Alle 21 è già iniziata la festa a Foggia, nel comitato elettorale di Maria Aida Episcopo, la candidata sindaco di un centrosinistra larghissimo. I numeri ufficiali suggerirebbero prudenza: con 22 sezioni scrutinate su 147 Episcopo è avanti col 51,6%, contro il 25% del rivale di centrodestra Raffaele di Mauro. Non è un distacco che permetterebbe di escludere a priori il ballottaggio. Ma i numeri che arrivano dai rappresentanti di lista del Pd dicono altro: su circa la metà dei seggi scrutinati, la candidata è solidamente ancorata al 53%, lo sfidante fermo al 25%.

Al comitato arriva il presidente della Puglia Michele Emiliano, l’abbraccio con Episcopo e i sorrisi: «Volevo festeggiare con i foggiani questa vittoria. Quando il fronte che governa la Regione Puglia doppia il centrodestra mi viene in mente che io avevo detto loro che non sarebbe stato facile vincere in Puglia. Credo che stasera Meloni se ne sia accorta». E ancora: «Questo è un laboratorio al quale io lavoro dal 2013 e alla fine penso che avevo ragione: le forze progressiste o si alleano o perdono le elezioni».

Episcopo, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, cerca di tenere a bada i supporter, invoca prudenza. Poi, dopo ore di attesa, si concede alle telecamere: «La città riparte da un progetto unitario e progressista, che abbiamo studiato nei dettagli. Per noi sarà fondamentale ascoltare i cittadini e essere trasparenti, per troppo tempo la casa comunale ha tenuto chiuse le sue porte».

Il Comune è tornato al voto dopo essere stato sciolto per infiltrazioni mafiose nell’agosto 2021. Qualche settimana prima il sindaco leghista Franco Landella era stato arrestato per corruzione. Questa città della Puglia settentrionale è uno dei pochi esempi di campo largo che ha funzionato: la coalizione andava da sinistra e M5S fino a i centristi di Azione, passando per il Pd. «Uniti si vince», sorride il capogruppo dem in Senato Francesco Boccia. «Foggia era stata umiliata e ferita dal centrodestra, la macchia delle infiltrazioni mafiose era una loro responsabilità politica. Ora si riparte con questa bella vittoria». Di certo un buon viatico in vista delle amministrative del 2024, con circa 4000 comuni al voto e un puzzle delle alleanze ancora da comporre. Conte aveva puntato moltissimo su queste elezioni in una città che per lui è casa, e la neosindaca è molto vicina all’ex premier. Anche Bersani si era speso, sperando di poter lanciare il “modello Foggia” per unire il centrosinistra. Molto più cauta Mara Carfagna di Azione, che aveva definito l’esperimento pugliese «un unicum irripetibile», vista l’allergia del suo leader Calenda ad alleanze con il M5S. I grillini cantano vittoria: «Siamo la prima lista», si sbilancia l’eurodeputato Mario Furore.

La prima leader nazionale a commentare il risultato è Elly Schlein: «Grande gioia, Foggia rialza la testa dopo sette anni di malgoverno. È la dimostrazione che uniti si vince, l’alternativa alla destra c’è. Il Pd ci ha creduto dall’inizio e lavorerà ancora più convintamente in questa direzione». Dopo pochi minuti arriva Conte: «Foggia si è data una mossa, questa vittoria mi riempie di orgoglio, è uno schiaffo dei cittadini alle infiltrazioni mafiose. Con Episcopo la città è dalla parte giusta: quella che il M5S non ha mai abbandonato, non ci siamo mai piegati alla criminalità e alla corruzione». Conclude l’ex premier 5S: «Ora con i foggiani lanciamo un forte messaggio che travalica i confini della Puglia; si può alzare la testa, si possono cambiare le cose».

Dal centrodestra arrivano in serata le prime ammissioni di sconfitta. «Si va profilando una vittoria del centrosinistra al primo turno. Noi abbiamo profuso il massimo impegno e giocato pulito, tanto da aver preso posizione con forza sulla necessità di operare con discontinuità rispetto al passato», dice il deputato di Forza Italia Mauro D’Attis, vicepresidente della commissione antimafia.