Il nuovo scandaloso governo “liberale” della Turingia, sostenuto dai fascio-populisti di Afd, è nato con lo scarto di appena un voto: il più clamoroso schiaffo in faccia all’elettore su tre che lo scorso 27 ottobre aveva votato per il candidato della Linke.

«Un incredibile tradimento della volontà popolare» riassume la non piccola folla di persone che ieri, spontaneamente, ha assediato il Parlamento di Erfurt con slogan e cartelli in difesa dell’esito sancito dalle urne.

Ma è anche e soprattutto un clamoroso terremoto politico che fa tremare il governo di Angela Merkel, da ieri più che indaffarata a provare a spiegare ai due co-segretari Spd (che già minacciano di lasciare la GroKo) come sia stato possibile che la Cdu abbia garantito i voti per la nascita dell’esecutivo di minoranza guidato dal liberale Thomas Kemmerlich con l’appoggio dei 22 deputati di Alternative für Deutschland.

Impresa impossibile; dato che la segretaria cristiano-democratica, Anngeret-Kramp Karrenbauer, fino a ieri si sgolava nel mantra «mai e poi mai con Afd» e la «dinamica locale della Turingia» non può in alcun modo giustificare il patto di governo con Bjorn Höcke: capogruppo di Afd al Landtag, leader dell’ala di ultra-destra “Der Flügel”, noto negazionista dell’Olocausto, ossia, per dirla con le due parole di un deputato Spd, «ein nazi».

Non così per Kemmerlich che mira a governare il Land, per la prima volta, “forte” del 5% incassato da Fdp alle ultime elezioni. Ancora meno secondo Mike Mohring, candidato-governatore della Cdu, che nel fine settimana ha perfezionato sottobanco con Höcke la convergenza dei voti fascio-democristiani sul primo ministro liberal-conservatore.

IL «CENTRISTA» Kemmerlich come trincea condivisa «per fermare i social-comunisti e i Verdi», cioè lo schieramento dietro all’ex governatore Linke, Bodo Ramelow: due volte premier della prima, storica, coalizione rosso-rosso-verde, progenitore dell’attuale giunta del Land di Berlino. Non è l’unica tesi che circola in Turingia come nella capitale tedesca squassata dalla manovra tutt’altro che solo locale e imbarazzante non solo i vertici nazionali della Cdu.

In ogni caso, al di là delle ipotesi sull’«esperimento» politico, il Land più piccolo della ex Ddr si conferma come il laboratorio politico dove si testano inedite geometrie all’attenzione dell’intera Bundesrepublik.

TRE MESI FA, in nome del buongoverno e sull’onda dell’appello al «comune argine contro il razzismo di Afd» (all’epoca condiviso da tutti i partiti “costituzionali”) Ramenow era riuscito a convincere il 31% dei concittadini, contenendo quanto basta l’inquietante boom di Afd che aveva raggiunto quota 23,4% superando la Cdu (21,7&) con quasi tre volte i voti della Spd.

Ieri, con la differenza di appena un voto (45 contro 44), dopo che per due chiamate i parlamentari di Erfurt avevano fatto mancare i voti per la sua rielezione, il Parlamento turingiano ha sancito la nomina a ministro-presidente di Thomas Kemmerlich, grazie al fronte comune dei deputati di Fdp, Cdu e Afd.

UFFICIALMENTE, nasce un governo di minoranza liberale con appoggio esterno; di fatto emerge la prova del “collaborazionismo” dei democristiani e di «quanto si è piegato il partito liberale, che pur di fare eleggere il proprio candidato accetta i voti dei fascisti di Afd. Si è rotto un tabù e gli effetti sarano incalcolabili» sottolinea il co-segretario federale della Linke, Berndt Riexinger.

«Se Afd ha eletto il nostro candidato che rappresenta posizioni di centro, non è certo responsabilità mia» è la difesa di Mohring, che però sa bene anche quanto la sola “anomalia” Fdp (entrata in Parlamento per il rotto della cuffia, poco più di 70 voti) sarebbe bastata a “sovvertire” la volontà sancita dal voto popolare di ottobre 2019. Invece, i deputati di Afd, hanno sostenuto il proprio candidato fino alla soglia della maggioranza assoluta richiesta dalle prime due votazioni, per poi puntare sull’uomo indicato da conservatori e liberali.

Da qui l’alleanza che a sentire Lars Klingbeil, segretario generale Spd «sintetizza il punto più basso della storia tedesca dalla fine della Seconda guerra mondiale. Non solo per la Turingia».