Spd, Verdi e liberali hanno acceso tutte le luci del Semaforo. Secondo fonti ben inserite nell’inner-circle dei tre partiti il patto di coalizione per il nuovo governo Scholz sarebbe solo una questione di ore. Ieri alla «Willy Brandt Haus», quartier generale dei socialdemocratici a Berlino, si è chiuso l’ultimo round dei negoziati iniziati alle 11.30 del mattino e terminati poco prima delle 19.

Seduti intorno  allo stesso tavolo, a testa bassa per limare i dettagli finali, i co-leader dei Verdi, Annalena Baerbock e Robert Habeck, il segretario di Fdp, Christian Lindner, e il cancelliere in pectore della Spd, Olaf Scholz.

«SIAMO VICINISSIMI a portare a casa il risultato. Domani (oggi per chi legge) i tre partiti dovrebbero presentare ufficialmente l’accordo che sarà vincolante per tutta la legislatura», conferma un’autorevole sherpa della delegazione dei Verdi.

Fa il paio con l’indiscrezione della Bild che ha registrato la sintomatica rassicurazione del capo delegazione al Bundestag dei Verdi, Michael Kellner, a un politico di primo piano della Spd: «Non siamo molto lontani. Probabilmente l’accordo verrà firmato intorno alla mezzanotte». Collima con la visita-lampo post-negoziato di Baerbock, Habeck e Lindner alla cancelleria federale per definire con Angela Merkel il passaggio della consegna più urgente: la gestione dell’emergenza Covid che in Germania continua a essere fuori controllo.

DEL RESTO, PROPRIO la pandemia ieri è stato l’argomento più ostico delle trattative, con le preoccupazioni dei liberali per il traballante piano giuridico dell’eventuale vaccinazione obbligatoria per gli infermieri e gli altri lavoratori a contatto con le categorie a rischio.

MA CI SONO STATE anche le resistenze dei Verdi sul compromesso che porterà alla svolta ecologica, a partire dall’uscita rapida dal carbone. Arduo da sciogliere pure il nodo della copertura finanziaria alla nuova legge sulle pensioni sociali.

«Comunque ormai ci siamo – si lascia sfuggire un collaboratore di punta di una delle tre delegazioni – anche se della lista dei ministri ipotizzata su alcuni media per ora non c’è niente di sicuro visto che tre leader stanno ancora definendo le cariche. L’unico fatto certo è che nessun partito ha sgomitato per avere il dicastero della Salute», segno che la patata della pandemia in mano al ministro Jens Spahn è davvero ultra-bollente.

Basta e avanza per avviare il countdown del governo Semaforo a due mesi di distanza dalle elezioni, ovvero per profilare il referendum di ratifica del patto di coalizione che i Verdi terranno fra i loro oltre 100mila iscritti e i due congressi straordinari di socialdemocratici e liberali. I tempi? Olaf Scholz avrebbe spinto per essere «incoronato» nella settimana di San Nicola, al massimo l’8 dicembre.

CONFERMATO ANCHE il «tenetevi pronti» ai politici che riceveranno incarichi di governo oltre i mandati pesanti di vicecancelliere (al 90% sarà Habeck), ministro degli Esteri (in pole position c’è sempre Baerbock, per la prima volta verrebbe assegnato a una donna) e quello delle Finanze (chiesto da Lindner).

A riguardo Scholz ieri pomeriggio ha interrotto il negoziato per una lunga conversazione telefonica con chi gli ha dato il via libera definitivo per chiudere il patto per la nascita del suo primo esecutivo. Tra le prove del traguardo praticamente raggiunto anche la prenotazione di una sala al Westhafen (il porto fluviale della capitale) dei Verdi per presentare alla base il patto di coalizione e i propri ministri.