Il settimanale di destra estrema, Valeurs actuelles, ha pubblicato una seconda lettera aperta redatta (in modo anonimo) da militari, che si rivolgono ai governanti e politici accusandoli di abbandonare il paese al disordine e di rischiare la guerra civile. Una “tribuna”, firmata da 2mila militari secondo il settimanale, aperta alla sottoscrizione dei “cittadini” (più di 90mila avevano approvato lunedì mattina). Tre settimane dopo un primo intervento politico, sempre su Valeurs actuelles, firmato da una manciata di generali in pensione, è la conferma che ai militari francesi prudono le mani per la troppa voglia di politica. Nel testo di ieri, denunciano: «Agite signore e signori, si tratta della sopravvivenza del nostro paese». Scrivono che i firmatari sono soldati in attività, appartengono alla generazione che è andata «al fronte» – in Afghanistan, in Mali, in Centrafrica e negli altri interventi che la Francia fa in giro per il mondo – ricordano che dei loro commilitoni sono morti, hanno «offerto la pelle per distruggere l’islamismo a cui voi fate concessioni sul nostro suolo».

Nella prima lettera aperta i vecchi generali parlavano di «orde delle banlieues», in quella di ieri affermano di aver «conosciuto l’operazione Sentinelle», le ronde anti-terrorismo, «abbiamo visto con i nostri occhi le banlieues abbandonate, gli accomodamenti con la delinquenza. Abbiamo subito tentativi di strumentalizzazione di varie comunità religiose, per le quali la Francia non significa nulla, è soltanto oggetto di sarcasmo, disprezzo o addirittura odio».

Marine Le Pen ha approvato l’intervento dei militari e ha fatto eco alle preoccupazioni espresse: per la leader dell’estrema destra se nel 2022 rivincerà Emmanuel Macron la Francia sarà «in preda al caos». Più di 4 militari su 10 votano per il Rassemblement national. Dietro le quinte, armeggia il generale Pierre de Villiers, che Macron, appena eletto, aveva spinto alle dimissioni dalla carica di capo di stato maggiore. Ieri, il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, ha denunciato la «retorica di estrema destra» di un gruppo di militari, «è questo che distrugge una parte del nostro esercito». Per il primo ministro, Jean Castex, questi interventi politici sono «contrari a tutti i principi repubblicani. Dopo la prima tribuna stampa, la France Insoumise ha sporto denuncia. Ma il procuratore di Parigi, Rémy Heitz, l’ha respinta, non avendo constatato «nessuna infrazione penale».