I dettagli fatti circolare sono pochi. Per evitare il fiorire dei retroscena, quegli stessi che avevano fatto saltare i nervi e il banco lo scorso 25 luglio. Comunque la notizia è: fra Giuliano Pisapia e Roberto Speranza la pace è stata siglata. In realtà i due non si sono visti, ma ieri si sono sentiti una prima volta al telefono nella tarda mattinata, poi un’altra. Poi uno scambio di mail e sms per concordare un comunicato comune. Poche parole, scelte con cura per evitare interpretazioni non bollinate: «Abbiamo condiviso la necessità di dare forza e sostanza al progetto avviato il primo luglio a Roma», è il primo punto, «il nostro obiettivo è offrire una casa ai milioni di elettori di centrosinistra che chiedono discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi anni. L’Italia ha bisogno di un progetto nuovo e aperto, inclusivo, verso il civismo, l’associazionismo laico, cattolico e ambientalista, il volontariato, il mondo del lavoro e delle imprese», il secondo. E infine il terzo: l’annuncio di un (generico) «appuntamento a breve» per «approfondire la proposta programmatica, aperta anche ad esperienze diverse, e per stabilire un percorso di partecipazione dal basso», in un’assemblea a ottobre.

SCATTA IL SOSPIRO di sollievo degli interessati, dopo il certosino lavoro di ricucitura toccato ai più vicini a Pisapia mentre lui, l’avvocato, era in vacanza in Irlanda, da dove è tornato due giorni fa. « Continueremo a lavorare insieme nelle prossime settimane per mettere a punto delle proposte chiare che siano il frutto di un percorso veramente partecipato», assicura Ciccio Ferrara. E Massimiliano Smeriglio: «Lavoriamo a questo obiettivo allargando senza paura a chiunque voglia costruire questa nuova avventura politica».

Il via libera a nome di Mdp lo dà Bersani, anche lui in prima linea per frenare il cupio dissolvi innescato la scorsa settimana. È «un vero passo avanti», giura, «si tratta di rivitalizzare il centrosinistra promuovendo un soggetto politico progressista e popolare. Un soggetto politico senza barriere ma con ben visibili le bandiere dei valori e dei nuovi programmi di una sinistra plurale e di governo».

LA TRADUZIONE del comunicato lascia trasparire un accordo win-win fra Campo progressista e Mdp: il progetto resta quello di un «centrosinistra largo» e non dunque quello della «sinistra autonoma» che pure tenta molti in Mpd; d’altro canto Pisapia accetta «il percorso democratico» proposto dagli ex pd. L’annuncio, nel giorno di inizio delle vacanze della politica istituzionale, è un messaggio ai ’compagni’. Lo stile della comunicazione fa un po’ Pravda, ma i due frontmen rassicurano gli amici (e anche i nemici: dal Pd piovono tutti i giorni offerte di asilo politico a Pisapia) che il progetto di Insieme non deraglia. Non per ora almeno, com buona pace dei centristi come Tabacci che lo davano per andato (verso il Pd). Ci sarà però da lavorare: sul manifesto, sulle assemblee, sulla modalità di costruzione del soggetto politico (non solo una lista, dunque), sul programma.

TUTTO AD OTTOBRE e sarà un ingorgo politico: sono convocate anche le assemblee della Coalizione civica di Anna Falcone e Tomaso Montanari, quella di Possibile. E anche quella del ministro Andrea Orlando, che rilancerà una legge elettorale maggioritaria o almeno un premio di coalizione. Naturalmente strizzando l’occhio a Pisapia.

E QUI STA IL BUSILLIS. Prima di definire i programmi (e le infrastrutture politiche con cui avviarsi al voto di marzo), bisognerà aspettare la parola «the end» sul serial della legge elettorale.

Il Colle chiede almeno «l’armonizzazione delle leggi di camera e senato».Ma è improbabile che le camere riescano a approvare un  testo. «Se arriva  una nuova legge elettorale, anche se con piccole correzioni, è difficile che in aula qualcuno non si alzi e proponga emendamenti, premi e altro: e non ne usciremo più», prevedeva mercoledì scorso Matteo Orfini, presidente del Pd, ad alcuni colleghi.

Tanto più che tutto questo dovrebbe accadere all’avvio della sessione di bilancio. Altro momento delicato per la sinistra e per la maggioranza.  Mdp fa rullare tamburi di guerra contro il governo. Scettica  l’area Pisapia. D’altro canto mercoledì  gli ex Pd hanno votato per la missione italiana in Libia, mentre l’area Pisapia ha votato no. Se ne riparla alla ripresa, ma mettere insieme «Insieme» non sarà una passeggiata.