La notizia non ha destato particolare interesse forse perché considerata dai più un’iniziativa tra le tante. L’8 giugno, presso la sede nazionale del Partito democratico, si è svolta una agorà sulla sanità con la partecipazione di Letta e di Speranza.

In realtà questa agorà meritava qualche attenzione in più per quel che di sorprendente e contraddittorio suggeriva, specialmente in riferimento ai guai ai quali la sanità sta per andare incontro a causa di un Pnrr campato per aria. La novità è già nel titolo: “La sanità pubblica è sostenibile ”.

Il significato di questo titolo è molto chiaro: la sanità va finanziata, costi quel che costi, per questo “deve essere” sostenibile, anche se non c’è una precisa politica che poi si impegni concretamente a mettere in campo le politiche necessarie a passare dalle parole ai fatti. Facendo venire il sospetto che affermazioni così perentorie siano più vicine allo slogan elettorale che all’impegno programmatico. Anche perché ricordiamo bene come, già dopo la batosta elettorale del 2018, il Pd passò repentinamente dai tagli al rifinanziamento.

Così, nella sua agorà, in un colpo solo il Pd passa dalla scelta neoliberista “non si può dare tutto a tutti”, al più radicale welfarismo, al più intransigente assistenzialismo e ad una idea di stato di benessere tra le più dogmatiche ma anche tra le più improbabili.

La spesa sanitaria diventa praticamente una variabile metafisica. Che apparentemente è un po come tornare ai bei tempi quando lo slogan era “la salute non ha prezzo” e la spesa sanitaria si finanzia a piè di lista.

Però a parte tutto il pregresso, resta il fatto politico che oggi è la prima volta che il Pd dice con chiarezza che la sanità è sostenibile. A questo punto prendendo per buone le lodevoli intenzioni del Nazareno, vorremmo porre due semplici domande: se la salute è sostenibile tutto quello che è stato fatto in nome dell’insostenibilità resta o va sbaraccato? Siccome le previsioni del Def sulla spesa sanitaria indicano chiaramente una politica di de-finanziamento, dunque il governo modificherà questa politica o no?

Vorrei ricordare che in nome della insostenibilità il Partito democratico ha messo tra parentesi l’art 32 della Costituzione, riducendo un diritto fondamentale come la salute ad un diritto subordinato alle risorse; ha messo in piedi le aziende che in nome dell’ideologia economicista hanno fatto scempio della buona medicina; è passato dai livelli minimi di assistenza ai livelli essenziali; ha ,violando la legge arbitrariamente, rimesso il diritto alla salute a mercato; ha ridotto la prevenzione a poco più di un manuale delle giovani marmotte ecc ecc.

Tre giorni dopo l’agorà del Pd, all’ex Mattatoio di Testaccio a Roma, Edoardo Turi, introducendo i lavori del “Forum per il diritto alla salute”, ha denunciato con forza il processo di ri-mutualizzazione del Servizio sanitario nazionale. Dicendo chiaramente, a proposito di sostenibilità, che se la sinistra è d’accordo a rifinanziare la sanità, non è d’accordo a rifinanziare l’enorme spesa sanitaria privata che il partito di Letta fino ad ora ha protetto.

Che si fa? Tutta questa robaccia, e molto altro ancora, resta o si volta pagina? Perché tenendo in vita tutto quanto è stato fatto in nome dell’insostenibilità, il Pd si comporta come se fosse convinto del contrario.

Il sentore che la ritrovata idea della sostenibilità sia una bufala politica, cioè pura propaganda, tuttavia si percepisce subito quando, ricorrendo alla vecchia furbata già usata nel 2018 dalla Commissione per la sostenibilità del servizio sanitario del senato, si dice che la sostenibilità è un concetto aperto quindi indefinibile.

Non è così. La sostenibilità, in sanità come altrove, è una precisa strategia che governa prima di tutto gli equilibri difficili del sistema sanitario e in particolare la relazione tra diritti, risorse mezzi e persone, intendendo per risorse, non solo quelle finanziarie ma tutte quelle che, a partire dai diritti, fanno funzionare bene un sistema complesso. Per esempio la partecipazione è del tutto esclusa dalle aziende e dalla politica che ormai fa decidere ogni cosa ai burocrati. Invece, per tante ragioni, è una risorsa fondamentale proprio a garantire la sostenibilità del sistema.

La questione è molto semplice: il Pd ammette la sostenibilità in sanità ma senza definirla perché non ha un pensiero di riforma per farlo. In questo modo tutto si riduce esclusivamente a soldi, pur sapendo di soldi la sanità ne avrà sempre meno. E proprio per questo, da oggi avrà più che mai bisogno di una vera strategia che, saremmo felici di essere smentiti, difficilmente purtroppo, avrà grazie al Pd, con buona pace dell’articolo 32 della Costituzione.