Siamo a 10 giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo. Fatto assolutamente inedito nella storia dell’Unione gli elettori potranno indicare il Presidente della Commissione europea, l’esecutivo della Ue. Per la prima volta i candidati espressi dalle formazioni politiche del vecchio continente si confrontano in eurovisione rispondendo alle domande di una giornalista.

E che cosa fa la Rai, solita esibire i galloni del «servizio pubblico»? Trasmette il dibattito su Rainews24. Risultato: 127.000 spettatori, share 0,47. Ma come? Non era l’astensionismo il più temuto nemico da contrastare? Non si lamenta quotidianamente l’indifferenza dei cittadini per l’Europa? Non si spendono forse fior di quattrini in spot che dovrebbero spingere gli italiani alle urne?

Certo, la giornalista che rivolgeva le domande ai candidati era la direttrice di Rainews Monica Maggioni. Certo, nessuno dei baroni Rai rinuncia mai a giocare alla borsa di Auditel al servizio della propria carriera. Le ragioni meschine non mancano mai, neanche per le scelte più sconsiderate. Ma il problema è un altro.

Quel dibattito, nel quale Alexis Tsipras e la verde Keller spiccavano decisamente come i più brillanti, non offriva né spunti né occasioni alle forze politiche italiane per incrociare le spade e gonfiare il petto in vista di quei rapporti di forze interni che rappresentano il loro unico interesse. Dunque, tanto valeva nasconderlo. La massima indifferenza per l’Europa risiede proprio nel Palazzo.

Stiamo ancora al confino. Seppure in uno spazio un po’ più largo di quello di Ventotene.