Con 88 sì, 63 no e tre astenuti l’aula del Senato approva il decreto Milleproroghe che passa ora all’esame di Montecitorio per il via libera definitivo probabilmente con la fiducia. Ma prima dell’ok di palazzo Madama non solo si consuma un braccio di ferro tra maggioranza e opposizione. Nella stessa destra sale la tensione, con uno scontro tra governo e maggioranza, in particolare sulle concessioni balneari, per le quali si prevede l’ennesimo rinvio, di un anno, prima della messa a gara. Una scelta più subita che condivisa da Giorgia Meloni e dunque da Fdi, per la quale hanno insistito invece Lega e Forza Italia nonostante la sentenza del Consiglio di Stato e il rischio concretissimo che la Commissione europea confermi la procedura d’infrazione avviata nei confronti dell’Italia nel 2020 e ribadita nel novembre 2021.

La premier si sarebbe risparmiata volentieri la rotta di collisione della Ue che nei giorni scorsi aveva già messo in guardia sul rispetto della direttiva Bolkestein. Ma in commissione Lega e Fi avevano insistito per l’approvazione degli emendamenti sul rinvio.

Ieri in aula ha invece tenuto banco l’ipotesi di una riformulazione di quegli emendamenti da parte del governo. La seduta viene interrotta e alle opposizioni che chiedono chiarimenti il presidente del senato La Russa risponde che il ministro dei rapporti col parlamento Luca Ciriani, Fdi, aveva chiesto una sospensione dei lavori «per verificare la natura di alcuni emendamenti depositati ed eventualmente presentarne un altro». Insomma, il governo prova a prendere tempo su una questione spinosa, ma Forza Italia e Lega insistono per andare avanti con la proroga delle concessioni, invocando la sovranità del parlamento, come fa il leghista Centinaio, rispetto a «ingerenze della magistratura e organismi europei». Un altro leghista, il capogruppo Romeo, spiega che sì, c’è stato un «confronto» nella maggioranza, ma si procede. E Ciriani prende atto e conferma. Le opposizioni, secondo le quali mancava invece l’ok della Ragioneria dello Stato per questioni di copertura finanziaria, chiedono un’altra sospensione della seduta per riunirsi. Più tardi il ministero delle Finanze fa sapere che la Ragioneria dello Stato non ha espresso nessuna perplessità.

Nel frattempo alla camera alcuni parlamentari spiegavano che è stato però il Quirinale a mettere in guardia rispetto alle nuove norme. Con nonchalance infatti la maggioranza rischia di andare allegramente a sbattere contro il Consiglio di Stato, la Commissione Ue e pure una sentenza della Corte di giustizia europea che potrebbe far decadere tutte le concessioni in proroga. Il punto critico e oggetto del contendere tra governo e maggioranza non sarebbe in sé la proroga di un anno, ma tutte le norme di contorno tra cui quelle che permetterebbero, a determinate condizioni, ulteriori rinvii delle gare, fino al 2025.

Ma il Senato approva, e le associazioni del settore festeggiano. Assobalneari ringrazia in particolare il forzista Maurizio Gasparri e il leghista Gianmarco Centinaio.