L’indipendentismo sardo è sempre stato un arcipelago molto vario. Accomunato da un unico obiettivo, quello dell’autodeterminazione di una regione percepita come nazione, diviso sui modi per arrivarci, con scissioni e liti velenose che alla causa di certo non hanno contribuito. Delle diverse sigle che di questo universo fanno parte, sei partecipano alle elezioni regionali che si terranno domenica prossima.

Ma non tutte dalla stessa parte. A Innàntis (Avanti) appoggia il Campo largo di Alessandra Todde; Liberu, Sardegna chiama Sardegna, Indipendentzia Repubrica de Sardigna e ProgRes (Progetto Repubblica di Sardegna) stanno con la Coalizione sarda di Renato Soru; i Rossomori corrono da soli con una loro candidata presidente, la segretaria nazionale Lucia Chessa. Nascono, i Rossomori, da una scissione del Partito sardo d’azione. Quando nei primi anni Duemila il partito fondato da Emilio Lussu ha svoltato a destra, la componente di sinistra è uscita fuori.
«È per dare una prospettiva di sinistra al movimento per l’autodeterminazione del popolo sardo – dice Lucia Chessa – che noi siamo nati. In questa direzione abbiamo lavorato anche per le regionali. All’inizio, insieme con forze storiche dell’indipendentismo sardo (Indipendentzia Repubrica de Sardigna e ProGres) e insieme con forze di sinistra sensibili al tema dell’autodeterminazione (Rifondanzione comunista e Potere al popolo), abbiamo cercato di costruire un polo alternativo alle coalizioni guidate da Todde e da Soru. Il progetto si è spento perché i soggetti che con noi lo perseguivano hanno ceduto alle sirene di Soru. Ma Todde e Soru non sono altro che due facce della stessa medaglia: quella di un blocco di centrosinistra che ha ampiamente dimostrato nei fatti, sia al governo sia all’opposizione, la sua estraneità a un orizzonte politico e culturale di sinistra e agli interessi della Sardegna».

Alla guida di A Innàntis c’è Franciscu Sedda, ex segretario del Partito dei sardi, in maggioranza tra il 2014 e in 2015 quando presidente della Regione era il dem Francesco Pigliaru.
«A Innantis – spiega Sedda – nasce per promuovere un indipendentismo propositivo e non violento. Lavoriamo per far crescere la coscienza nazionale dei sardi e dimostrare che l’obiettivo di una Repubblica indipendente di Sardegna nel quadro europeo è una possibilità concreta. Riteniamo sia importante promuovere consenso intorno a questo progetto anche attraverso il dialogo e il confronto con forze politiche capaci di comprenderne, insieme alla complessità, anche la possibilità. Al dialogo e al confronto con i nostri temi abbiamo trovato grande sensibilità nel coordinatore sardo di M5S Ettore Licheri e in Alessandra Todde».

Sta invece con Soru Sardegna chiama Sardegna: «Sosteniamo Soru – dice il portavoce Danilo Lampis – perché il suo progetto è l’unico che coniuga una risposta alle storiche questioni sociali della Sardegna con l’obiettivo di un potenziamento dell’autonomia regionale, in un processo che ha come prospettiva l’autodeterminazione. Nel programma della coalizione guidata da Soru la crescita dell’isola passa attraverso la transizione energetica e digitale, la centralità dell’ambiente e dell’istruzione, un governo della produzione e della distribuzione dell’energia che parta dalle esigenze delle comunità e che preveda un ruolo di indirizzo e di programmazione della Regione Sardegna. E poi la tutela di tutti i beni comuni, a partire dalla vastissima porzione di territorio oggi occupata dalle basi militari. Per fare tutto questo serve autodeterminazione. La strada che noi indichiamo è quella di una ridefinizione dello Statuto di autonomia speciale che assegni più poteri alla Regione Sardegna sulla scuola, sui trasporti, sull’energia, sul fisco e sulla gestione dei beni culturali e dei beni comuni».
Più poteri rivendica anche Gavino Sale, segretario di Indipendentzia Repubrica de Sardigna: «La Sardegna al centro, libera di decidere del suo destino: questo è il cardine. Serve un nuovo Statuto che dia all’isola più poteri e consenta ai sardi di auto governarsi. Il progetto di Coalizione sarda va in questa direzione. Con Roma si deve trattare da pari a pari, e Soru è la persona più adatta».