L’altra sera a Presa diretta Riccardo Iacona ha concluso il ciclo del programma con una grande inchiesta sulla sanità, un approfondimento che è stato capace di evidenziare tutte le principali criticità del nostro sistema sanitario. L’inchiesta ha purtroppo confermato la regola: più passa il tempo e più la sanità peggiora indipendentemente dall’avvicendarsi dei governi. Che cambiano ma non le politiche sanitarie, quindi la sanità va sempre più giù. Per la politica la sanità è una palla al piede, difficile soprattutto da finanziare. È sempre stato così sia per la sinistra che per la destra.

L’ inchiesta, ha dimostrato ad ogni livello, ad ogni latitudine e in ogni singolo servizio sanitario che esiste una relazione molto stretta tra il definanziamento del sistema e la sua decadenza.

Recentemente il “Crea Sanità” ha calcolato che il finanziamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) è «sotto» di almeno 50 miliardi di euro rispetto ai partner europei. Ebbene gli esperti valutano che servirebbe la stessa quantità di risorse per rimettere in piedi il nostro sistema pubblico.

Ma dire che oggi servirebbero 50 mld e dire che la sanità è spacciata è praticamente la stessa cosa. Rammento che il governo Meloni ha richiamato in servizio i tagli lineari dicendoci che già adesso la sanità è praticamente insostenibile. Quindi, ammesso di dover rifinanziare la sanità, dove li troviamo tutti questi soldi?

Facciamo pure finta di avere i 50 mld necessari, siamo proprio sicuri che il problema del fabbisogno si risolve rifinanziando semplicemente il sistema che c’è, quindi rifinanziando le controriforme fatte sino ad ora, con tutto quello che ha causato lo squilibrio tra la sanità privata e la sanità pubblica? Tutte le leggi contro gli ospedali e contro gli operatori?

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La situazione in cui versa oggi la sanità è stata decisa da precisi governi con leggi altrettanto precise. Leggi che in barba a tutto continuano a martellare. L’altro giorno è stato pubblicato l’annuario statistico della sanità 2021 che ci mette davanti qualcosa alla quale si stenta a credere e, cioè che dopo il Covid si è tornati a tagliare sugli ospedali : rispetto a 10 anni fa, tra pubblico e privato sono stati tagliati 5.818 letti tra degenze ordinarie, day hospital e day surgery.

Con lo scoppio della pandemia c’è stato un discreto aumento di posti. Ma passato il momento più duro del Covid, ne sono stati tagliati 20 mila: nel 2020 i posti letto erano 257.977 contro i 236.481 del 2021.

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Sull’ineluttabile decadenza del sistema ho svolto un lavoro di inchiesta, condensato in Sanità pubblica addio. Il cinismo delle incapacità (Castelvecchi editore 2023). Ma non tanto soffermandomi sulla realtà dello sfascio, quanto piuttosto sulle cause che lo hanno determinato, cioè ho raccontando gli errori e le incapacità che ci hanno portato all’ultimo stadio.

Quello che ne emerge fa impressione. Perché da una parte si vede con chiarezza che tra gli out come attesi del sistema pubblico e gli end point studiati c’è un divario pazzesco; dall’altra esiste un chiaro rapporto deterministico tra le incapacità della politica e la sanità.

Alla fine si capisce una cosa importante: il problema vero in realtà non sono i 50 mld che non esistono e non esisteranno mai, decisivo è poter definire al più presto una riforma radicale del sistema, che sovraintenda il futuro rifinanziamento della sanità.

Anche essendo persuaso della necessità del rifinanziamento, e da subito, credo anche che sarebbe una follia rifinanziare, come propone qualcuno, tutti gli errori che hanno portato la sanità ad un punto di non ritorno. Si dica prima la sanità che vogliamo e che ci serve, subito dopo tutti in piazza per rifinanziarla.