Dopo la grande manifestazione del 24 giugno organizzata dalla Cgil a piazza del Popolo a Roma per difendere l’art 32 (diritto fondamentale alla salute) la sanità pubblica (SSN) , il governo Meloni per mezzo del suo ministro alla salute ci ha fatto sapere per mezzo stampa che non è sua intenzione privatizzare il SSN, che per risolvere i problemi della sanità basterebbero 3/4 mld , aggiungendo, ciò che noi diciamo da tempo, e cioè che bisogna fare delle riforme.

È vero il governo Meloni non ha mai dichiarato esplicitamente di voler privatizzare la sanità pubblica ma le sue politiche finanziarie quelle decise sino ad ora è come se la volessero privatizzare. È vero anche che la sanità deve essere rifinanziata ma anche che 3 o 4 mld è un rifinanziamento ridicolo. Esso non basta neanche a rimuovere il tetto alle assunzioni. È vero infine che ci sarebbe bisogno di riformare (noi da tempo parliamo di una «quarta riforma») ma da quello che si vede non c’è traccia di una proposta degna di questo nome. Per riformare ci vuole un pensiero ma se il pensiero non c’è è difficile si fanno solo chiacchiere.

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Il governo di fatto è come se sulla sanità avesse espresso, sino ad ora, un giudizio di insostenibilità e, per mezzo del Def, ci ha detto che non ci sono soldi per rifinanziarla. Il nodo da sciogliere quindi è questo giudizio sulla insostenibilità .

Ma cosa si intende per sostenibilità? In genere si crede che basti aumentare il finanziamento per avere sostenibilità cioè in genere la sostenibilità è intesa come rapporto tra spesa sanitaria e Pil. Ma non è così. La vera sostenibilità senza la quale la sanità pubblica rischia davvero di crollare dipende dal mantenimento di certi equilibri che se compromessi possono mettere a rischio la sua tenuta.

I principali equilibri che oggi, dopo anni di politiche sbagliate e di devastanti controriforme (l 502, l.229), sono compromessi riguardano il rapporto tra economia e sanità, ( una volta la programmazione sanitaria era parte della programmazione economica ora non più) tra produzione di salute primaria e cura delle malattie,( una volta con la prevenzione si abbassavano le malattie ora non più) tra pubblico e privato, (una volta chi aveva il primato della cura era il pubblico ora non più), tra medicina e sanità (sulla base della riforma sanitaria fatta nel 78 avremmo dovuto riformare oltre che i «contenitori» ,istituzioni e servizi, anche i «contenuti» e i modi di fare (le prassi) cioè la medicina, la scienza, per adeguarla alle complessità del nostro tempo ma questo non è mai stato fatto. Quindi quando gli equilibri tra i tanti mondi della sanità vengono in qualche modo compromessi si ha un problema di sostenibilità. La sostenibilità non è aggiustare le cose rotte che in sanità non funzionano più, (territorio, ospedale, operatori pronto soccorsi liste di attesa, ecc.) o peggio come dice il PNRR rafforzare ciò che c’è ma lasciando intatte le contraddizioni che sono in piedi. La sostenibilità è la ridefinizione degli equilibri che tengono in piedi il SSN.

Io penso che dopo la manifestazione della Cgil sia necessario proporre al governo che, obiettivamente a me pare non sa dove mettere le mani, una piattaforma quindi un accordo che definisca le nuove condizioni di sostenibilità del sistema. Le soluzioni finanziarie non saranno mai soluzioni finanziarie se saranno decise fuori da un preciso progetto di sostenibilità. La sanità ha bisogno di un finanziamento vero che dubito si possa avere fuori da una riforma della sua spesa storica. Sono troppe le diseconomie che pesano su tutta la sanità a partire dai costi davvero insostenibile del ricorso al privato. E non avrebbe senso rifinanziare le contraddizioni che dovremmo rimuovere.

Questa piattaforma per la sostenibilità ancora non c’è, nessuno ancora l’ha mai scritta, ma dubito che senza di essa sia possibile salvare la sanità. Il rifinanziamento della sanità non si fa con l’elemosina né con le chiacchiere di cui parla Squillaci ma con una riforma vera capace di produrre le risorse che ci servono rimettendo a posto le cose che a causa prima di tutte delle controriforme sono finite fuori posto. Dopo la manifestazione della CGIL il prossimo appuntamento politico per la sanità si avrà con la prossina finanziaria. Essa sarà il banco di prova per la sanità. Li vedremo le vere intenzioni di questo governo. Ma a questo appuntamento la sinistra, l’opposizione la sanità tutta si devono presentare con le idee chiare.