Tanto più è solerte nel precettare i lavoratori dei trasporti quando organizzano uno sciopero per non turbare i mega-eventi tipo il Gran Premio di Imola, tanto più si mostra impegnato a postare la qualsiasi sui social. A cominciare dall’ultima fanfaronata sessista sugli incontri di pugilato alle Olimpiadi di Parigi.

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15 novembre 2023: la prima de Il Manifesto - Salvini
15 novembre 2023: la prima de Il Manifesto – Salvini “Precetto la qualunque”

È la fotografia di Matteo Salvini, vicepremier ministro dei trasporti, all’inizio di agosto. L’infantilismo reazionario è il solito. Il problema è che Salvini lo pratica mentre la rete ferroviaria italiana è nel delirio. Non c’entrano gli scioperi, tra l’altro sospesi nel periodo di «franchigia» dal 27 luglio al 5 settembre. C’entra la strutturale debolezza di una rete ferroviaria sotto stress e intasata, colpita da incendi divampati in alcuni punti nevralgici del paese. Senza contare che in altri punti la rete è oggetto di lavori di manutenzione e di potenziamento avviati da Trenitalia proprio nelle settimane dell’esodo estivo più intenso. Una scelta che interesserà le linee che già esplodono per l’alta frequentazione: Torino-Milano-Venezia, Milano-Bologna, Roma-Firenze. Ritardi sono stati registrati nei giorni più afosi sulla Pescara-Bari con l’Alta Velocità, gli Intercity e i Regionali che hanno totalizzato maggiori tempi di percorrenza fino a 100 minuti.

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Secondo l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori le regioni dove si sono registrate le situazioni peggiori sono Calabria, Toscana, Lazio e Veneto. I treni ad alta velocità verso il Sud si sono fermati a Salerno o a Battipaglia, quelli da Reggio Calabria verso il Nord si sono fermati a Sapri e sono stati sostituiti dai bus. La chiusura temporanea dell’aeroporto di Reggio Calabria decisa a seguito dell’incidente che ha visto coinvolto un elicottero dei Vigili del Fuoco, ha causato il dirottamento dei voli su Lamezia Terme, con conseguenti disagi e ritardi.

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Per forza d’inerzia, dopo un luglio catastrofico, e in attesa di quello che si prepara ad agosto, Salvini si è alla fine accorto che qualcosa non funziona nel settore che dovrebbe essere di sua competenza. E così stamattina è riuscito a convocare uno di quei tavoli in cui non si dice nulla ma servono a comunicare il fatto di volere fare qualcosa. L’incontro, previsto alle 10,30, riguarderà solo gli aeroporti. Vedrà la partecipazione delle compagnie fino alle società di gestione. Per quanto riguarda le ferrovie Salvini si è limitato a chiedere a Ferrovie dello stato e alle altre società «il massimo impegno per offrire un servizio all’altezza». E dice di seguire l’andamento dei cantieri aperti con i soldi del Pnrr. Tra l’altro ieri il Cipess ha deliberato altri 2,5 miliardi di euro per le ferrovie. In pratica, se ritardi e disagi ci sono, bisogna tenerseli. Di più non si può fare. Nessun coordinamento, nessuna visione che non sia quella dello Stato appaltatore che distribuisce risorse. I problemi strutturali restano.

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Dopo i suoi lunghi silenzi le raccomandazioni di Salvini sembrano in effetti inutili a risolvere il caos. Un elemento colto dalle opposizioni che ieri si sono lamentate dell’operato del ministro impegnato in tutt’altro. «Il picco di cantierizzazione sulla rete ferroviaria non può giustificare le scene deliranti a cui assistiamo in questi giorni nelle stazioni di tutto lo Stivale. I ritardi sistematici di 100 o 200 minuti non possono diventare una prassi consolidata in Italia» hanno sostenuto i Cinquestelle. Italia Viva ha chiesto al ministro di presentarsi lunedì in parlamento per spiegare cosa sta accadendo ai treni. Per il Pd «il governo è direttamente responsabile dei disservizi che gli italiani e i turisti». «Gli italiani sono tenuti in ostaggio dai guasti ai treni e da ritardi insostenibili. Ma Salvini pare non accorgersene» ha osservato Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi Sinistra). Non sarà forse tutto questo anche un problema generato dalle politiche di privatizzazioni fatte da 30 anni a questa parte? Il dubbio resta, ma ieri sono stati in pochi a porlo.