Matteo Salvini prosegue la sua guerra contro le Ong. Dalla Guardia Costiera domenica era arrivata una nota molto polemica: «Le continue chiamate dei mezzi aerei Ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato. Allo stesso modo, l’episodio citato dalla Ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica nella loro area Sar, non veniva riportato al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, bensì al Centro di coordinamento italiano, finendo col sovraccaricare il Centro». L’audio della comunicazione: «Stanno sparando», «grazie per l’informazione – la replica -, abbiamo ricevuto la sua mail».

SALVINI ieri ha rincarato la dose: «È l’Italia sotto attacco, non le Ong. Se complicano il lavoro dei nostri marinai il problema si pone. L’immigrazione non può essere regolata da organismi privati finanziati da paesi stranieri». E ancora: «C’è un attacco della malavita in corso. L’Europa sta imponendo sacrifici agli italiani almeno sul controllo delle frontiere dovrebbe darci una mano». Stessa linea per FdI con il capogruppo alla Camera Foti: «Le Ong ostacolano i salvataggi. Questa situazione va frenata».

DAL PRIMO GENNAIO a ieri mattina sono stati 26.927 i migranti sbarcati sulle nostre coste, il quadruplo dei 6.543 approdati l’anno scorso; i minori non accompagnati 2.641. La replica di Calenda: «Le Ong non regolano un bel nulla. L’immigrazione è ‘regolata’ dall’instabilità politica, economica e climatica. Le Ong salvano le persone e portano meno del 10% dei migranti. Salvini ha fatto chiudere la missione Sofia (e non era privata). L’intera gestione di Salvini ministro dell’Interno con Conte premier è stata un fallimento. Meno espulsioni di Alfano, smantellamento degli Sprar, navi ferme nei porti con migranti a bordo per fare show». E il vicepresidente 5S della Camera Costa: «Si possono fare le investigazioni sugli scafisti anche quando si sono portati sulla terraferma i migranti».

MEDITERRANEA saving humans ieri ha scritto al presidente Mattarella e alla premier Meloni: «Dopo la strage di Cutro più di 100 persone hanno perso la vita in nuovi naufragi. Quello che dobbiamo fare è mettere al centro una corale azione immediata di istituzioni e società civile. Basta guerra alle Ong. Produciamo un’azione sinergica che possa indurre l’Ue a mettere in campo una missione coordinata di soccorso». Infine: «Togliere mezzi disponibili per i soccorsi equivale a condannare a morte centinaia di persone. Delegare alla sedicente ‘guardia costiera libica’ il controllo della zona Sar più grande del Mediterraneo non metterà al sicuro chi tenta di fuggire da quell’inferno. Pensare che la Tunisia, con la crisi che sta affrontando e l’incitamento razzista di Saied contro i subsahariani, possa ‘salvare’ qualcuno non è plausibile».

PER EFFETTO DEL DECRETO Ong del ministro Piantedosi, la nave Louise Michel (finanziata da Banksy) ha ricevuto il fermo per 20 giorni per aver fatto più salvataggi, invece di dirigersi a Trapani, con un carico eccessivo a bordo: «Prenderemo tutte le misure per combattere la detenzione. L’obiettivo del decreto è il blocco delle navi di soccorso mettendo in conto la morte delle persone. Sabato in 180 sono sbarcati a Lampedusa dopo 4 soccorsi: l’equipaggio aveva risposto alle chiamate di Frontex». Nel decreto si riconosce che un adulto e un bambino in stato di incoscienza «necessitavano di cure immediate per sindrome da annegamento».

L’UE: «Siamo in contatto con le autorità italiane sulla Louise Michel». E sui colpi di avvertimento alla Ocean Viking: «Chiesti chiarimenti ai libici anche per vedere se si tratti di una nave finanziata dall’Ue». Il giurista Fulvio Vassallo Paleologo: «Fino al 2017 le Ong erano inserite nel dispositivo di soccorso della Guardia costiera. A giugno arrivò Minniti con l’istituzione di una zona Sar libica fittizia. Quindi Salvini. Oggi i corpi dello Stato operano per fare fuori le Ong che hanno fatto troppe denunce per mancato coordinamento dei soccorsi».

A LAMPEDUSA si prova a svuotare l’hotspot. Ieri nel centro erano in 1.611, una cinquantina tra zero e 5 anni senza scarpe, con vestiti troppo leggeri. Nel poliambulatorio in stato di choc una 17enne tunisina: venerdì in zona Sar maltese è stata 4 ore in acqua vedendo scomparire tra le onde i due fratelli di 7 e 27 anni. Domenica notte a Roccella Ionica sono approdati in 650 su un peschereccio partito dalla Libia. La nave di Emergency, invece, è in viaggio verso Ortona con 161 persone salvate in tre operazioni in meno di 10 ore.