Sospendere il decreto sicurezza almeno fino a quando non sarà convertito in legge. Dopo Torino, da ieri anche il Comune di Bologna e sessanta amministratori di enti locali pugliesi chiedono al governo una pausa di riflessione sugli effetti che la riforma del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) prevista dal provvedimento potrebbero avere non solo sui migranti ma anche sulle popolazioni locali. Intanto il ministro degli Interni Matteo Salvini prepara al «sforbiciata» ai tagli all’assistenza dei migranti sia annunciando la riduzione della spesa pro capite dagli attuali 35 euro giornalieri a una cifra oscillante tra i 19,33 e i 26 euro, sia prevedendo nella legge di bilancio un taglio ai costi dell’accoglienza di 400 milioni di euro per il 2019, 500 milioni nel 2010 e 650 milioni a partire dal 2021.

A Bologna il consiglio comunale ha votato un ordine del giorno che chiede la sospensione temporanea del decreto sicurezza e di aprire un tavolo con il governo e analizzarne le ricadute economiche. Se a Torino il documento Pd, appoggiato dalla sindaca Appendino, è stato approvato con i voti dei 5 Stelle, a Bologna l’odg presentato da Coalizione Civica e Pd è stato approvato da 21 consiglieri su 29, ma qui i 5S si sono astenuti.

In Puglia l’opposizione al provvedimento si allarga sempre più fino a coinvolgere 60 amministratori locali aderenti a «Italia in Comune Puglia». Sindaci, assessori e consiglieri comunali sono pronti a presentare nei rispettivi comuni un ordine del giorno analogo a quello già votato a Torino e Bologna. In una nota gli amministratori ricordano come nel decreto si prevedano 23mila migranti in meno nel circuito dell’accoglienza, la revoca di circa 1.500 permessi di protezione umanitaria e la chiusura di decine di Cas e Sprar. Tuttavia, precisano gli amministratori, le stime Anci sono raccapriccianti per i Comuni: 280 milioni di euro di costi amministrativi che ricadrebbero su Servizi sociali e sanitari territoriali. «Il sistema elaborato da Salvini – commenta il sindaco di Bitonto (Bari), Michele Abbaticchio – è fallimentare. Con le chiusure di Cas e Sprar si tolgono vite umane dal circuito ‘sano’ dell’accoglienza per immetterle in strada. Non occorre essere degli esperti per comprendere come gli effetti del provvedimento sarebbero addirittura opposti a quelli prefissati».

Da Facebook intanto ieri il ministro Salvini ha annunciato il taglio dei 35 euro destinati oggi all’accoglienza dei richiedenti asilo. Con la solita retorica il ministro si è guardato bene dallo spiegare che solo 2,5 euro al giorno vanno ai migranti, mentre il resto della cifra serve a mantenere in vita il sistema di accoglienza che oggi, tra l’altro, garantisce un lavoro e migliaia di italiani. Il prossimo 7 novembre Salvini annuncerà il taglio in una riunione con Regioni, Province, Comuni ed esperti del settore. «E’ un lavoro elaborato dal ministero dell’Interno con l’Autorità nazionale per l’anti corruzione del presidente cantone», ha spiegato Salvini. L’Anac non sarebbe però intervenuta sulla parte economica destinata all’accoglienza.