Tra le novità che verranno presentate al pubblico al SalTo ci sono ovviamente libri a fumetti che stanno progressivamente inserendosi nei cataloghi di marchi storici dell’arte e della letteratura per ragazzi. È questo il caso della casa editrice Il Castoro che da qualche tempo ha arricchito la sua proposta con una collana di graphic novel e che accoglie oggi nel suo catalogo un fumetto particolare. Si tratta dell’antologia a cura del collettivo Moleste.

Con il titolo Fai rumore. Nove storie per osare, le autrici del collettivo femminista impegnato a combattere violenza, delegittimizzazione e discriminazione nel mondo del fumetto, presentano un’antologia che racchiude storie esemplari. Come spiega Jennifer Guerra, che ne ha curato la prefazione, il silenzio è spesso la cifra della violenza e della disparità in un mondo culturale dominato dal maschile; per questo motivo il rumore del titolo è quello delle voci delle autrici che determinano la loro identità attraverso il narrato, secondo una pratica creativa di autodeterminazione che le vede soggetti dell’atto di narrare.

Apre la raccolta la storia di Anna Cercignano, che alla tenerezza del suo stile a matita contrappone la disillusione violenta e la pesantezza dello stigma inflitto a un’adolescente innamorata di un coetaneo, seguita da Eleonora Antonioni con il personaggio di Sabrina, la cui voce che denuncia la molestia del coach di pallavolo non viene ascoltata. Marzia Rubino con pochissime parole inanella vignette incalzanti per raccontare quanto sia difficile a volte tornare a casa da sole la sera, mentre La Tram, che ci ha abituato a un uso straordinario del colore, disegna in bianco e nero la sua protagonista letteralmente divisa tra un amore padrone e l’ascolto della propria voce interna e colorata, che dall’inizio le dice di fuggire da quella relazione.

Nel resto delle storie ci sono i pericoli dei social, lo stalking, il bodyshaming, la manipolazione psicologica e ogni tipo di violenza non solo fisica, anche autoinflitta, che rappresenti il disagio che molto facilmente (tanto da dire almeno una volta nella vita) proviamo noi tutte. Sorprende come queste esperienze siano intersezionali, in un’accezione slittata del termine: una donna abusata è spesso anche manipolata o non viene creduta o viene detta facile, e queste storie mostrano perfettamente-soprattutto al pubblico young adult – la spirale di solitudine e incomprensione che inghiotte le vittime delle esperienze mortificanti menzionate. Le autrici ne parleranno al Salone del libro di Torino sabato 21 durante l’incontro Femminismo e fumetto: «Per una nuova narrazione sulla violenza di genere».

Anche il libro di Corraini parla di contemporaneità, in questo caso della fruizione delle notizie e di fake news. Chi ha rubato la marmellata? vede ai testi Andrea Coccia, giornalista di Slow News e ai disegni, o meglio agli scarabocchi, Maicol&Mirco. La prefazione di Irene Caselli ci porta al centro del problema: i bambini non sono il futuro, ma il presente e il presente è complesso da raccontare. Così complesso da meritare una piccola guida interattiva confezionata per loro con garbo e ironia, impreziosita da un uso intelligente della grafica e da una esilarante cornice a fumetti dove Lia e Andrea cercano il responsabile del furto del titolo, evitando di dar per scontato che sia stato Mauro.

Notevole l’apertura con le premesse che chiariscono che cosa sono informazione, notizia e opinione per spiegare la loro insana proliferazione nell’era dei social: infodemia – spiegano gli autori – è una parola relativamente recente della quale abbiamo capito a pieno il significato proprio durante la pandemia.
Ci sono parallelismi ed esempi brillanti tra le sezioni ben organizzate del libro: gli autori mettono in guardia verso le informazioni che sono come caramelle – meglio non accettarle dagli sconosciuti – e spiegano come le fonti siano simili agli amici; è importante, infatti, tenersi i vecchi ma anche farsene di nuovi. E soprattutto saperle riconoscere è fondamentale per tentare di avvicinarsi alla verità, operazione davvero complessa. Le proposte di attività – per niente scontate – che separano i capitoli tirano in ballo le competenze dei piccoli lettori (e la responsabilità dell’adulto che dovrebbe accompagnarli) chiamati a riflettere sul loro modo di informarsi, sulla affidabilità delle fonti e infine sulla veridicità delle notizie. Che le bugie sono sempre esistite si sa, ma è bene distinguere le tipologie in cui si dividono e dove si diffondono per capire quanto possono essere pericolose.