Prima il fermo appoggio alla rivendicazione degli «equipaggi riuniti» del sindacato-piloti Vereinigung Cockpit e dei Ver.Di. Poi la dura condanna dello sciopero del ministro dei trasporti del Nordreno-Vestfalia: «Una lotteria dei voli fatta sulla pelle di viaggiatori e lavoratori». Il cielo sopra Berlino per Ryanair è una cortina di nubi nere.

Da ieri fino alle tre del mattino di oggi la compagnia aerea è rimasta paralizzata dal blocco delle partenze e degli arrivi. Circa 250 i voli cancellati negli scali tedeschi con ben 42mila persone coinvolte: il peggior risultato in Europa. Tradotto, significa la valanga di risarcimenti (fino 600 euro a biglietto) paventata in Germania da Laura Kauczynski di AirHelp, con Vereinigung Cockpit che minaccia di replicare lo sciopero nelle prossime settimane: «Valuteremo se continuare l’azione con iniziative a ripetizione» spiega il portavoce in riferimento alla cosiddetta astensione “a singhiozzo”. Prima del chiarimento del presidente Martin Locher. «Siamo dispiaciuti per i passeggeri ma la responsabilità è solo di Ryanair».

Sul piede di guerra anche il ministro del Nordreno-Vestfalia, Hendrik Wüst, della Cdu. Se la prende con la compagnia che ha dovuto abortire 90 voli nel suo Land di cui 28 (su 55) dall’aeroporto di Köln-Bonn. «Le cause di ritardi e cancellazioni sono di Ryanair. Deve stabilizzare il processo operativo in modo che a pagare non siano i clienti. Volare non può essere una lotteria. Lo sciopero di Ryanair è il risultato del suo modello di business, fatto sulla schiena dei dipendenti».

Tutto mentre la stampa in Germania resta appesa alla “scomparsa” di Angela Merkel, che si trova in vacanza in un luogo non precisato. Da giorni Bild, Spiegel e Kölner Express chiedono: «Aiuto, dove è la nostra cancelliera?»