I labirinti del racconto nel cinema argentino passavano un tempo attraverso la letteratura, in atmosfere metafisiche come anche in Rosaura a la diez dell’autorevole Mario Soffici (nato a Firenze nel 1900), dal romanzo di Marco Denevi, in concorso a Cannes 1958 e ora in programma, restaurato nella sezione Cannes Classiques, un misterioso poliziesco dall’apparenza realistica immerso in una di quelle atmosfere tipiche del regista che ridisegnavano la fisionomia di Buenos Aires, dopo essere stato il primo ad affrontare tematiche sociali e delineare modelli di identità nazionale in Prisioneros de la tierra (1939). Il 1958 fu anche l’anno dell’elezione a presidente...