Chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee di Alleanza Verdi Sinistra
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Roma, un’opportunità per Avs. E viceversa

Chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee di Alleanza Verdi Sinistra in Piazza Minniti - Cronaca - Milano, Italia - Mercoledì, 5 Giugno 2024 (foto Stefano Porta / LaPresse) Closing of the electoral campaign for the European elections of the Alleanza Verdi Sinistra in Piazza Minniti - Wednesday, June 5, 2024 (photo Stefano Porta / LaPresse)

Polemica a sinistra Avs ha avuto successo elettorale grazie alla intuizione di Bonelli e Fratoianni di investire sull’alleanza rosso verde e su figure indipendenti, capaci di intercettare punti di vista, valori, sentimenti presenti […]

Pubblicato circa un mese faEdizione del 5 settembre 2024

Avs ha avuto successo elettorale grazie alla intuizione di Bonelli e Fratoianni di investire sull’alleanza rosso verde e su figure indipendenti, capaci di intercettare punti di vista, valori, sentimenti presenti nella società. E’ il caso di Ilaria Salis, 176mila preferenze con profilo radicale: antifascismo, conflitti sociali, lotta per il diritto all’abitare. Una eccedenza elettorale e la necessità, per Avs, di farsi piattaforma di mobilitazione, produzione di linguaggio, pensiero, conflitto, desiderio di cambiare le cose praticando giustizia sociale e ambientale. Nei social e nei quartieri. Divenendo progetto collettivo duraturo, dando forza alle comunità agenti, affiancando la potenza delle singole biografie. Solve et coagula, scriveva Langer. Coniugare la proposta ecologista, socialista, pacifista con l’ambizione di trasformare il Paese, utilizzando le leve del governo, quando possibile. Come accade in Francia col Fronte popolare o in Spagna con Sumar. Movimenti sociali e soggettività politica in relazione costante, virtuosa, in mare aperto, senza paura.

L’esperienza di Roma può essere preziosa. Unitaria e plurale. Anche in vista, su scala nazionale, della coalizione per l’alternativa di società.
L’eccedenza produce dibattito, posizioni articolate. E’ una ricchezza. Prezioso il punto di vista di Marino, soprattutto per quello che potrà fare per Roma da Bruxelles. Prezioso il lavoro che fanno l’assessore Catarci, i consiglieri Luparelli, Cicculli, Bonessio e tutti i presidi municipali per tenere la barra sulla trasformazione equa della città.

Abbiamo discusso, durante la giunta Marino, sulla chiusura di Malagrotta senza un piano alternativo di gestione dei rifiuti (fortissime critiche degli ambientalisti), il rapporto con i dipendenti pubblici e il sindacato, il no alla privatizzazione del trasporto pubblico, senza cedere alla deriva notarile del Pd. Discutiamo oggi, stando in maggioranza, sostenendo tesi alternative all’inceneritore, portando a casa risultati sulla diminuzione del consumo di suolo come avvenuto con lo stadio della Roma (superando le super cubature di Tor di Valle), la redistribuzione delle risorse del pnrr e del Giubileo verso le periferie, i ceti popolari, la mobilità, i servizi pubblici, il personale del Comune, il piano casa, il contrasto all’overtourism, la valorizzazione di esperienze come Spin time, il Maam, il lago della ex Snia. Difendendo il valore aggiunto che Avs porta nel governo della città. Un corpo a corpo quotidiano, con successi e rovesci. Roma è città difficile da governare, urgono risorse e poteri legislativi come ne possiedono tutte le Capitali del mondo.

Roma ha un governo di coalizione, come sarà quello del Paese, prima o dopo. Si discuterà di guerra, spese militari, modello di sviluppo, produzione energetica tenendo assieme autonomia programmatica e vocazione unitaria.
Avs, ne sono certo, affronterà questi nodi con maturità, investendo sulla partecipazione, la trasparenza, la credibilità, dando l’opportunità a chiunque di contribuire alla costruzione del programma. Senza torsioni burocratiche proprietarie. Si può fare in maniera ordinata organizzando luoghi di discussione. Si e Verdi hanno una grande responsabilità, governare il processo democratico, far vivere una rinnovata speranza. Senza rigidità e scomuniche che rischiano di alimentare lo spirito di scissione.

Si può fare, lo fanno in Spagna, in Francia, possiamo farlo noi. Sperimentare aggregazioni eco socialiste per battere il liberismo, il negazionismo climatico e contrastare la guerra.

Portare in dote al “campo da allargare”(non a Renzi ma alle forze sociali, sindacali, intellettuali, pacifiste, femministe), un profilo radicale, radicato sul territorio e una volontà di movimento può essere il modo di contribuire ad una coalizione che deve reinsediarsi nella società per affermarsi nelle urne. Riconsiderare le primarie, scomparse dopo la vittoria di Schlein, investire sulle primarie del programma, realizzare hub territoriali e tematici di protagonismo civico, vertenze, casematte dovrebbe essere il nostro prossimo passo. Vale per Roma, vale per il Paese.

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