Da ieri Scup, uno spazio sociale abbandonato e recuperato nel quartiere San Giovanni di Roma da un collettivo di precari dello sport popolare e della cultura, rischia di essere sgomberato. Nei due anni di occupazione è cresciuta una comunità molto ampia che rivendica i valori del mutualismo e teme di essere sgomberata. Gli attivisti però non si sono rassegnati e giovedì 8 maggio sono andati a manifestare a Reggio Emilia, presso la sede della cooperativa Unieco con gli attivisti del Sans Papier Roma, del Municipio dei Beni Comuni di Pisa, di Labas Bologna e Art Lab di Parma. «La Unieco Soc. Coop. è la vera proprietaria dello stabile di via Nola – dicono – Lo ha acquistato dal fondo immobiliare in cui l’aveva conferita il Governo Berlusconi nel 2004, ad un terzo del suo valore, tramite F&F Immobiliare, un prestanome».

Nell’aprile del 2013 i sostenitori del progetto di Scup erano stati convocati nella sede romana della cooperativa. In quel contesto la Unieco «si è dichiarata come reale proprietaria dello stabile – sostengono gli attivisti di Scup – Da allora hanno preferito celarsi dietro il paravento di una società fittizia, la F&F Immobiliare, una società immobiliare di due anziani signori, inattiva e senza dipendenti». Il presidente della cooperativa ad accettare un incontro a Roma il prossimo 15 maggio. «Siamo curiosi di sapere cosa ha da dirci – dicono gli attivisti -Uno dei più grandi colossi della Lega delle Cooperative, con un passato di mutualismo e cooperazione – si chiedono a Scup -, si è trasformata in una società di affari, di speculazione?». Oggi e domani Scup festeggerà i due anni di occupazione con lezioni, dimostrazioni e incontri.