La torcia olimpica non brucerà a Roma. Trasformata in clava contro i «poteri forti», infiammerà invece il popolo grillino che oggi più che mai ha bisogno di credere nella più epica delle imprese: punire chi sta manovrando questo «accanimento senza precedenti» contro la giunta pentastellata della Capitale. La sindaca sceglie il giorno più caotico (finora) della sua breve consiliatura per trasmettere all’Ansa l’annuncio dell’annuncio. E già basta per spostare l’occhio di bue. E per ottenere la reazione incredula del Coni: «Impossibile. È una notizia paradossale».

«La Giunta Raggi non cambia idea sulla possibilità che Roma organizzi le Olimpiadi tra otto anni e quindi dice no. È previsto che la prossima settimana la sindaca di Roma faccia l’annuncio ufficiale in una conferenza stampa», recita il take dell’agenzia che cita «una fonte qualificata del Campidoglio». Virginia Raggi mostra di avere «le spalle forti», come ha detto più volte, e un forte senso pragmatico (sarebbe stata dura, allo stato dell’arte, gestire al meglio anche la candidatura di Roma). E spazza via così ogni illusione di chi ancora ieri aveva fatto perfino appello al suo «amore di madre» pur di coinvolgerla nel «sogno olimpico».

Liberatasi dai controllori a cinque stelle e scartata, causa forza maggiore, il secondo assessore al Bilancio – De Dominicis è tra l’altro convinto sostenitore di Roma 2024, assai più di Paolo Berdini che da titolare dell’Urbanistica vede nei Giochi solo un’opportunità di finanziamento per le opere «necessarie» alla città – la sindaca, rinfrancata dall’”allenatore” Grillo, è tornata nel mood di squadra. Con Luigi Di Maio (considerato il pontiere con il numero uno del Coni Giovanni Malagò) cui spetta il compito della prima stoccata: «Non accettiamo la logica delle Olimpiadi che è una logica spartitoria del nostro territorio», aveva detto la sera prima a Nettuno. E con Alessandro Di Battista, che nello stesso rendez-vous aveva parlato di «accanimento senza precedenti sui problemi che abbiamo a Roma legato al referendum e anche al tema delle Olimpiadi», e aveva suggellato la ritrovata unità rivelando «la verità» che «è soltanto una e ruota tutta attorno alle Olimpiadi. Caltagirone – aveva detto Di Battista – si è sentito padrone di Roma per tanti anni insieme a Montezemolo, a Malagò… e noi dovremmo far fare a costoro le Olimpiadi?». E infine aveva scandito: «Un enorme e secco no alle Olimpiadi farà tremare i Palazzi. No alla mangiatoia».

In effetti il preannunciato «No» fa scattare come una molla il presidente del Coni, che negli ultimi giorni le stava provando tutte pur di aprire un varco nel freddo muro pentastellato. «Impossibile. La sindaca Raggi ha sempre detto che avrebbe prima incontrato Malagò e Pancalli e finora, nonostante una richiesta formale scritta, non è stato fissato alcun incontro. E poi, sempre la sindaca, aveva garantito a Pancalli che se ne sarebbe parlato dopo le Paralimpiadi. Per cui la notizia è paradossale», dettano ancora all’Ansa altre «fonti qualificate del Coni».

Ancora ieri, dopo aver aperto nei giorni scorsi alla possibilità di modificare – a piacimento del Campidoglio – il dossier per la candidatura, e aver fatto un passo indietro sulla collocazione a Tor Vergata del villaggio olimpico, Malagò aveva fatto recapitare a Raggi due lettere: una firmata da tutti gli atleti azzurri medagliati a Rio, e l’altra scritta di proprio pugno dal pluri campione olimpionico di carabina, Niccolò Campriani. «Ci appelliamo alla Sua sensibilità di Sindaco e al suo amore di madre. Se giochiamo insieme, nessuna partita potrà mai essere persa», è l’appello dei campioni italiani. Che insistono: «Uniti si vince, lo ha dimostrato Lei diventando Sindaco, lo abbiamo dimostrato noi vincendo a Rio. Siamo certi che Lei condivide questi sentimenti. Non chiuda la porta di fronte ad un’occasione irripetibile. Roma è la nostra Capitale e tutti noi siamo al suo fianco nelle battaglie che Lei sta conducendo per riportarla agli antichi splendori».

Parole cadute nel vuoto, a quanto sembra. Le reazioni sono incredule: l’ex sindaco Gianni Alemanno protesta vivamente, il Pd balbetta. Solo Stefano Fassina, leader di Sinistra Italiana, apprezza con entusiasmo il «No» a Roma 2024 e twitta: «È coerente con impegno elettorale del M5S. Basta pressioni per il “Sì”. Rispetto per democrazia».