Si intensificano i controlli nel Mediterraneo centrale per fermare i migranti. «Obama si è detto disponibile a discutere sull’impiego di mezzi Nato per bloccare il traffico di uomini e scafisti», ha detto ieri Matteo Renzi al termine del vertice avuto ad Hannover con Stati uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna. I particolari tecnici della questione verranno probabilmente discussi nei prossimi giorni con il segretario generale dell’Alleanza Jen Stoltenberg, ma l’annuncio del premier italiano lascia intendere che eventuali ostacoli politici siano stati ormai superati. Resta da vedere se la nuova attività della Nato nel Mediterraneo centrale, dove già operano navi dell’Alleanza, rischia o no di incrociarsi con l’intervento militare chiesto ieri dal premier libico Fayez Serraj in difesa dei pozzi di petrolio. Di certo quelle internazionali di fronte alla Libia sono acque sempre più affollate, visto che già la missione europea Eunavfor-Med Sophia vi opera dallo scorso mese di ottobre intercettando i barconi carichi di migranti, in attesa di poter estendere la sua azione direttamente nelle acque territoriali libiche dopo aver ricevuto un’esplicita richiesta in tal senso da parte di Serraj.
I nuovi compiti che l’Alleanza atlantica potrebbe svolgere da qui a poco non sono però una novità. Tre navi della Nato, una tedesca, una turca e una canadese, sono infatti già impegnate da febbraio nel mar Egeo in un’operazione di «contrasto agli scafisti». Un intervento fortemente voluto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che l’ha discusso con il premier turco Ahmet Davutoglu e con quello greco Alexis Tsipras, riuscendo a superare l’iniziale contrarietà dei vertici stessi della Nato, a dir poco sorpresi per l’impegno richiesto. Come fece notare una fonte, infatti, né il controllo dei flussi di migranti né quello dei trafficanti di uomini rientrano tra i compiti dell’Alleanza. Passato però un primo momento di incertezza, l’11 febbraio la missione nel mar Egeo è partita con un grande impiego di mezzi. Oltre a tre navi, aerei-radar Awacs e sistemi elettronici di intelligence e ricognizione.
Ora si replica, probabilmente con maggiore dispiegamento di uomini e mezzi, nel Mediterraneo centrale. Quella dimostrata dalla Nato, ha proseguito Renzi, «è una disponibilità che credo vada apprezzata e ovviamente messa in relazione e in sintonia con ciò che sta già facendo l’Ue e ovviamente con il coinvolgimento del governo libico».
Quello legato all’immigrazione è uno dei temi affrontati nel vertice di Hannover, dove l’esito del voto austriaco – che ha assegnato la vittoria al primo turno delle presidenziali all’estrema destra anti-immigrati di Norbert Hofer- è stato sicuramente motivi di confronto tra i leader nonostante i toni diplomatici utilizzati da Renzi. «Non c’è stata discussione sul democratico voto di un Paese come l’Austria. Noi rispettiamo il voto del popolo», ha detto. Nelle parole del premier, però, traspare l’irritazione per la decisione austriaca di chiudere il valico del Brennero (ieri Vienna ha annunciato l’intenzione di presentare mercoledì la barriera che intende costruire al confine con l’Italia). «Non c’è alcun elemento che giustifichi la chiusura del Brennero», ha detto Renzi ricordando ancora una volta come no ci sia nessuna invasione di migranti in corso. «I numeri sono inferiori al 2014 e sostanzialmente gli stessi del 2015 – ha sottolineato -. La situazione dell’immigrazione va monitorata ma i numeri sono profondamente diversi da quelli allarmistici dei media». Renzi ha infine rimarcato come «se in Libia si consolida il governo potremo mettere fine alla parola emergenza sul dossier migrazione».