Matteo Renzi in tour in Campania ieri mattina. La sua sortita a Napoli da segretario Pd, alla vigilia delle comunali, non ha portato fortuna alla candidata dem Valeria Valente (fuori dal ballottaggio), questa volta è venuto in veste di premier. La prima tappa, fuori programma, è nel sito di stoccaggio delle ecoballe di Taverna del Re a Giugliano. Ad accompagnarlo, il governatore Vincenzo De Luca. Le foto diffuse li ritraggono con sullo sfondo l’immondizia impacchettata da spedire all’estero. I 5Stelle avevano accusato De Luca di fare propaganda perché lo smaltimento, iniziato il 30 maggio, procede a rilento.

«Entro tre anni la Campania sarà liberata dalle ecoballe – puntualizza il premier -. Questa vergogna della Terra dei fuochi l’hanno fatta altri ma capita di doversi assumere responsabilità per colpa di altri. La provincia di Caserta ha tutto per essere, come dice De Luca, la terra dei fiori, qualcuno altro dice la terra dei cuochi. L’importante è che torni a respirare». La notizia del blitz a Taverna del Re la dà direttamente Renzi alla stampa che lo attendeva allo stabilimento Coca Cola di Marcianise.

Venerdì era saltata l’assemblea provinciale del Pd: il partito è spaccato tra chi spera in un commissariamento soft di Napoli e chi vuole fare tabula rasa. Antonio Bassolino, via social, ieri ha rincarato la dose: «Che brutta figura, dice il ragazzo del bar. Con poche parole la saggezza popolare fotografa la disfatta elettorale e la fuga del Pd di Napoli e della Campania dalle proprie responsabilità. Siamo ormai alla diserzione politica. Bisogna salvare e rifare daccapo il partito». Renzi non ha replicato. Alla Coca Cola c’è il family day: tempo di selfie e discorsi dal palco.

La direzione ha organizzato il focus «Dal territorio il futuro. Energia per il sud». Il premier presenzia all’inaugurazione del nuovo impianto di cogenerazione che abbatte le emissioni di Co2. Con Renzi ci sono la segretaria regionale, Assunta Tartaglione, l’eurodeputata casertana Pina Picierno e il sottosegretario Gennaro Migliore. Si affacciano anche i candidati sindaci Pd della zona approdati al ballottaggio: Antonello Velardi a Marcianise, Marco Villano ad Aversa e Carlo Marino a Caserta. Il premier saluta tutti ma di ballottaggi non parla.

L’ultima tappa è alla Getra Power Spa, azienda che produce trasformatori elettrici: un fatturato di 95milioni, 350 dipendenti, un business che si sviluppa al 70% all’estero. È perfetta per fare da spot al governo: viene infatti spiegato che, grazie al Jobs act, ha un piano di assunzioni per 100 giovani. Renzi fa così, visita le aziende campane private ma si tiene lontano dall’azienda pubblica Leonardo-Finmeccanica, che in regione è il primo gruppo industriale, a forte rischio ridimensionamento. Alla Getra lo raggiungono il sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto, l’eurodeputato Andrea Cozzolino, il rettore della Federico II Gaetano Manfredi e Domenico Arcuri, cioè l’ad di Invitalia a cui Renzi ha affidato il dossier Bagnoli.

Alla Getra sfodera il repertorio da premier: «L’eccellenza nel Mezzogiorno è stata nascosta da una mancanza di attenzione della politica nazionale. L’Italia o sceglie l’innovazione o non starà tra i vincenti. Dalla riforma costituzionale dipende se il paese sarà governabile o, come adesso, se bisognerà fare accordi, alleanze, inciuci». E poi una stoccata ai 5S: «Altro che invenzioni di chi propone “diamo soldi a tutti anche se non lavorano”. Diamo a tutti un lavoro e il sogno di cambiare le cose». È tempo di partire per Reggio Emilia. Quando gli chiedono quando tornerà in Campania, Renzi replica: «Ormai il mio è stalking».