Quattro feriti all’ospedale, di cui tre in gravi condizioni, con la polizia che indaga sul «milieu» della criminalità organizzata incistata nella capitale tedesca. Sono i due punti certi, per adesso, della sparatoria di ieri nel quartiere berlinese di Kreuzberg, a pochi metri dall’ingresso del quartiere generale della Spd.

«C’è stato un pesante confronto armato alle 3.55 del mattino davanti al cancello del civico 23 di Stresemannstrasse. Risultano coinvolti due uomini di 30 anni, uno di 39 e un quarto di 42, tutti ricoverati in condizioni stabili al policlinico. Stiamo valutando il loro arresto anche se per ora rimangono solo sospettati. Abbiamo aperto un fascicolo per tentato omicidio» riassume il portavoce della Procura di Berlino, escludendo così il movente politico o razzista. Mentre continuano i rilievi della polizia scientifica tra la stazione della metro di Möckernbrücke e le acque del Landswehrkanal dove è stato ripescato uno dei feriti, e si sbobinano i nastri delle telecamere della zona che potrebbero avere «visto» gli autori o «eventuali altri bersagli dell’attacco».

In ogni caso, la città è sconvolta dal regolamento di conti in stile mafioso, in pieno lockdown-duro, con le strade semideserte controllate, in teoria, solo dalle pattuglie delle forze dell’ordine che battono la capitale di giorno come di notte.

Secondo il Tagesspiegel la sparatoria si inquadrerebbe nel confronto – sempre meno sotterraneo, sempre più letale – tra i diversi clan che si contendono le attività criminali nel sottobosco berlinese. L’ennesimo episodio della guerra per bande che solo poche settimane fa aveva fatto registrare un episodio analogo: dieci persone avevano assaltato un appartamento, sempre a Kreuzberg, dopo che erano stati esplosi colpi di pistola contro un 29 enne. Allora la polizia ipotizzò una «faida tra famiglie delle cosche arabe frontalmente contrapposte» innescata dalle minacce al nonno del giovane, che è poi risultato tra i membri di un noto clan criminale di Berlino.

Così, la Haupstadt della Germania ripiomba nell’incubo che qui si fa finta di non vedere, perché «mafia» nella Repubblica federale resta sempre e comunque una parola tabù: anche se ieri mattina Kreuzberg era affollata di agenti delle squadre speciali armati di mitra, insieme all’elicottero in «hovering» sul cielo con il faro puntato a terra, a sei camion dei vigili del fuoco, e ai tre medici chiamati d’urgenza dal vicino policlinico. Nonostante sull’edificio in Stresmannstrasse si notino chiaramente i buchi dei proiettili sulla facciata come sulla porta a vetri. E malgrado l’uomo tirato su dal canale con un’ampia ferita alla gamba ammetta di essersi buttato in acqua nel tentativo di sfuggire alla furia omicida.

Tuttavia, la situazione resta ufficialmente «poco chiara» anche se «le prove del tentato omicidio non sono deboli». Di fatto «non sappiamo ancora quante persone siano coinvolte e se si tratta di un agguato o di uno scambio reciproco di colpi» spiegano gli investigatori della squadra-omicidi.