Anche in Lombardia la vittoria della destra alle elezioni politiche è stata netta. Il centrosinistra ha perso in tutti i capoluoghi di provincia tranne Milano e Mantova e ha perso anche alcune sfide simbolicamente significative. La principale nel collegio uninominale U4 di Sesto San Giovanni, con dentro anche due zone della periferia nord di Milano, dove Emanuele Fiano, figlio del deportato Nedo, ha perso contro Isabella Rauti, figlia del fondatore del movimento neofascista Ordine Nuovo.

Anche qui sconfitta netta: 45% a 30%. In un’intervista a Radio Popolare Fiano attacca le scelte fatte dal Pd nella composizione delle liste, troppo poco legate ai territori. «Nel mio caso ero stato proposto nel collegio della Camera di Milano poi assegnato a Gianfranco Librandi di + Europa, e abbiamo perso quel collegio» ha detto Fiano. «Secondo me anche questa è la dimostrazione di scelte fatte in un modo che non corrisponde a un’idea meritocratica delle candidature sui territori». Non solo composizione delle liste, per Fiano il Pd «ha rotto troppo in fretta l’alleanza con il Movimento 5 Stelle», scelta che ha pesato sul risultato finale.

L’altra sconfitta simbolicamente rilevante per il centrosinistra lombardo è quella di Carlo Cottarelli, l’uomo dei tagli alla spesa pubblica che qualcuno nel centrosinistra voleva candidare alle regionali lombarde che si svolgeranno fra 6 mesi. Ha perso nel collegio uninominale di Cremona contro Daniela Santanchè 52% a 27%, ma si salva grazie al proporzionale.

È una delle peggiori sconfitte del centrosinistra lombardo. Ma non è la sola. Alla fine complessivamente il distacco tra destra e centrosinistra è stato del 23%. La destra è arrivata al 50.4, il centro sinistra si è fermato al 27%. La sconfitta è netta anche sommando i voti di Calenda/Renzi e dei 5 Stelle, rispettivamente 10% e 7%. In vista delle prossime regionali un pessimo segnale per tutto quello che non è destra, un campo che si ritrova diviso e litigioso.

Il dato più significativo arriva dalle città, considerate roccaforti del centrosinistra, dove però perde. Tutti i capoluoghi di regione vanno alla destra tranne Milano e Mantova. In alcune città, come Brescia, Bergamo, Pavia, Como, Monza il centro sinistra supera la destra solo sommando i voti di Calenda e Renzi. In Lombardia il terzo polo è davvero un terzo polo, e anche questa è una sorpresa di questa tornata elettorale, con la sua roccaforte nel Municipio 1 di Milano dove diventa il primo partito con il 30% dei voti e toglie al Pd il primato di partito della Ztl milanese. A livello regionale il terzo polo si attesta al 10%, nelle città mediamente tra il 13% e il 16%.

Il voto dell’alleanza Verdi-Sinistra è in linea con il risultato nazionale, 3.8%. Unione Popolare si ferma all’1.10% e fa peggio di Italexit, 1.81%, e Italia Sovrana e Popolare, 1,15%. I 5 Stelle in Lombardia sono il quarto polo, 7.30%. Non sono scomparsi come troppo frettolosamente pensava qualcuno e nella laboriosa Lombardia hanno praticamente gli stessi voti di Forza Italia. Per il centrosinistra stare in partita alle prossime elezioni regionali passa anche da loro.