La Russia sospenderà l’accordo sul grano in seguito agli attacchi di ieri mattina alle navi della flotta del Mar Nero ancorate nella base di Sebastopoli, in Crimea.

Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo accusando Kiev di aver lanciato nove droni alle prime luci dell’alba di sabato con l’obiettivo di colpire le forze navali di stanza nel capoluogo della penisola.

IN UN VIDEO diffuso online da alcuni canali russi si vede uno dei droni puntare verso la fregata «Makarov 11356» che, secondo alcune fonti dovrebbe essere la fregata inviata a sostituire la «Moskva» affondata da un attacco ucraino la scorsa primavera.

Stando a quanto dichiarato dal dicastero di Sergei Shoigu, i danni alle navi da guerra sarebbero «di lieve entità». Non sarebbe andata altrettanto bene a due dragamine, utilizzate (sempre secondo fonti russe) nella bonifica delle aree costiere.

«In relazione alle azioni delle forze armate ucraine, guidate da specialisti britannici, dirette, tra l’altro, contro le navi russe che assicurano il funzionamento del corridoio umanitario in questione (che non possono essere qualificate altrimenti che come un attacco terroristico), la parte russa non può garantire la sicurezza delle navi civili da carico secco che partecipano all’iniziativa del Mar Nero e ne sospende l’attuazione a partire da oggi per un periodo indefinito», si legge nella nota ufficiale.

Non solo Mosca accusa l’Ucraina, ma punta il dito apertamente contro l’intelligence britannica che da una base sul suolo ucraino avrebbe aiutato lo stato maggiore di Kiev a «organizzare l’attacco» oltre a essere responsabile dell’attacco al gasdotto Nordstream del mese scorso.

Né il ministro della Difesa di sua maestà, Ben Wallace, né il suo omologo ucraino, Oleksii Reznikov, hanno commentato le dichiarazioni del Cremlino. Dal lato ucraino si accusano le forze armate russe di aver causato le esplosioni maneggiando erroneamente qualche tipo di armamento.

A OGNI MODO, Mosca ha chiesto la convocazione d’urgenza di un consiglio di sicurezza dell’Onu. Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha accusato la Russia di mettere in atto «hunger games» (giochi della fame) citando la serie tv tratta dai romanzi di Suzane Collins.

«Avevamo avvertito dei piani della Russia per distruggere l’accordo sul grano – ha scritto Kuleba su Twitter – Ora, con un falso pretesto, Mosca sta bloccando il corridoio del grano che garantisce la sicurezza alimentare a milioni di persone». Secondo il capo di gabinetto del presidente ucraino, Andriy Yermak, la sospensione degli accordi di Istanbul è un «ricatto primitivo».

Dal canto suo la Turchia, che aveva avuto il ruolo di mediatore nell’accordo, ospitando la firma ufficiale a Istanbul e il centro logistico per il controllo delle navi di grano in transito verso il Mediterraneo, ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale riguardo alla sospensione dell’accordo.

Gli avvenimenti di ieri giungono dopo le dichiarazioni del segretario generale Onu, Antonio Guterres, che aveva esortato Kiev e Mosca a rinnovare l’accordo per le esportazioni del grano e l’Occidente a rimuovere gli ostacoli alle esportazioni di fertilizzanti russi.

POCO DOPO il portavoce del Segretario, Stephane Dujarric, aveva chiarito: «È fondamentale che tutte le parti si astengano da qualsiasi azione che possa mettere a rischio l’Iniziativa del Mar Nero per i cereali, che è uno sforzo umanitario fondamentale che sta chiaramente avendo un impatto positivo sull’accesso al cibo per milioni di persone». Neanche 24 ore dopo, un sabato di fuoco ha reso reali tutti i timori espressi dalla presidenza dell’Onu.

È altrettanto singolare che il ministro dell’Agricoltura russo Dmitry Patrushev non ha perso tempo e ha subito dichiarato, come riporta il canale statale Russia 24, che il suo Paese è pronto a «sostituire completamente il grano ucraino e a provvedere a forniture a prezzi accessibili per tutti i Paesi interessati».

Patrushev si è addirittura spinto a dichiarare che la Russia, con l’aiuto della Turchia, è pronta a «fornire gratuitamente fino a 500mila tonnellate di grano ai Paesi più poveri nei prossimi quattro mesi».

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Kherson svuotata

«La cosiddetta evacuazione degli invasori dal territorio temporaneamente occupato della regione di Kherson, comprese le istituzioni mediche, continua», ha dichiarato lo stato maggiore delle forze armate ucraine. Secondo il presidente Zelensky, i russi «stanno smantellando l’intero sistema sanitario». Sarebbe il segno tangibile che a breve le forze occupanti potrebbero spostarsi sulla riva est del fiume Dnipro. Inoltre, secondo fonti non confermate, i filo-russi di Kherson avrebbero concesso ai residenti 48 ore prima di procedere a evacuazioni coatte.