I racconti di donne molestate a Rimini durante l’adunata degli alpini (tra il 5 e l’8 maggio) sono arrivati a quota 160. Oltre 500 le segnalazioni raccolte dall’associazione «Non una di meno» della città romagnola.

«Non è necessario che ci siano delle denunce per credere alla verità delle molestie, sappiamo che sono accadute, molte più di quelle che sono arrivate a noi», dicono dall’associazione che ha messo a disposizione un supporto legale e delle linee guida per chi volesse sporgere denuncia in autonomia.

«Stiamo raccogliendo i racconti, i video e le foto di questi giorni per valutare la procedura legale più opportuna da adottare collettivamente», spiegano dopo un incontro con alcune vittime e con i legali. Pronto un vademecum in cui si invitano le donne a scrivere una sorta di resoconto delle molestie, dal luogo in cui sono avvenute alla descrizione dell’autore, dei gesti e delle parole. E la presenza di eventuali testimoni.

«Quanto accaduto è gravissimo. Vanno accertate le responsabilità e individuati i colpevoli», attacca la ministra delle pari opportunità Elena Bonetti. «È troppo diffusa nel nostro paese una subcultura di prevaricazione del maschile sul femminile: è importante che oggi le donne abbiano il coraggio di denunciare».

Interviene anche il presidente della Camera Roberto Fico: «Siamo un paese troppo maschilista. Quello che è accaduto a Rimini è inaccettabile e deve farci riflettere. Frasi e molestie non possono essere sottovalutate, ed è necessario che tutte le donne che hanno subito molestie di qualsiasi tipo, fisico o psicologico, vadano a denunciare. Le istituzioni, ed io personalmente, sono con loro».

Una bufera che costringe anche il presidente dell’Associazione nazionale alpini Sebastiano Favero (che inizialmente aveva ridimensionato i fatti parlando di «fisiologici episodi di maleducazione») a correggere il tiro: «Faremo di tutto, insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili. E se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti», ha detto Favero al Corriere. «Per colpa di alcuni imbecilli è stata coinvolta un’associazione che si è guadagnata rispetto nella sua lunga storia. Ci hanno creato un danno d’immagine».

Favero si oppone con forza a uno stop delle adunate (è partita una petizione su Change per chiedere di fermarle) e trova il sostegno della capogruppo Pd Debora Serracchiani che invita a non sospendere la prossima adunata in programma a Udine: «Sarebbe come arrendersi a un pugno di violenti».

In casa dem la tensione resta alta, dopo che la coordinatrice donne di Rimini Sonia Alvisi (e il sindaco) avevano preso le difese delle penne nere. Cecilia D’Elia, responsabile anzionale donne Pd, scomunica Alvisi: «La sua presa di posizione non rispecchia in alcun modo gli orientamenti e le battaglie delle donne democratiche: le molestie non possono essere in alcun modo giustificate o sminuite».

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