Una sentenza della Corte Suprema con un voto di 5 a 4, ha bocciato le restrizioni che il governatore di New York Andrew Cuomo impone sui servizi religiosi, per contenere il diffondersi della pandemia. Il voto decisivo è stato espresso dal giudice Amy Coney Barrett, ed è un assaggio di come andranno le cose alla Corte Suprema da ora in poi.

La ragione a cui si sono appellati i 5 giudici conservatori è stata la violazione dei diritti alle libertà del Primo Emendamento da parte del provvedimento di Cuomo, e mostra il primo spostamento a destra della Corte Suprema; Barrett ha votato a maggioranza, insieme agli altri giudici nominati da Trump, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, i tre giudici liberali hanno ovviamente espresso il loro dissenso, così come il giudice capo conservatore, John Roberts.

Il 6 ottobre Cuomo aveva chiuso le attività non essenziali nelle aree dove stavano aumentando i casi di Covid-19, limitando i raduni nei luoghi di culto ad un massimo di 10 persone per le zone rosse e 25 per quelle arancioni.

La diocesi cattolica di Brooklyn non era stata d’accordo e aveva affermato che le restrizioni avevano ingiustamente colpito i luoghi di culto. Non erano valse a niente le spiegazioni di Cuomo sul fatto che lo Stato di New York pochi mesi prima era stato l’epicentro dell’epidemia e rispetto, ad esempio, ai concerti, le funzioni religiose erano trattate in modo meno rigoroso.

Neppure questa Corte Suprema è stata d’accordo, e ha stabilito che «anche in caso di pandemia, la Costituzione non può essere archiviata e dimenticata. Le restrizioni in questione colpiscono il cuore stesso della garanzia di libertà religiosa del Primo Emendamento». «Penso che la sentenza della Corte Suprema sugli incontri religiosi sia solo illustrativa», ha detto Cuomo, «È irrilevante per qualsiasi impatto pratico perché le restrizioni nell’area discussa sono già scadute la scorsa settimana».