Non lascia, raddoppia. Con più di mezzo miliardo di euro pubblici come dote. La base militare dell’Arma dei carabinieri nel Parco di San Rossore diventa un insediamento monstre, calcolato in 130, 140 ettari dagli attivisti del Movimento No Base, sulla base della mappa allegata al decreto legge “Infrastrutture”, approvato il 24 giugno scorso dal governo e assegnato all’ottava commissione della Camera (ambiente, territorio e lavori pubblici), per essere convertito in legge entro il prossimo 24 agosto.

“Seguendo questo iter abbiamo scoperto quello che veniva tenuto volutamente nascosto alla cittadinanza da tutte le forze politiche – denuncia il consigliere comunale Francesco “Ciccio” Auletta della sinistra di alternativa – infatti nel documento illustrativo del provvedimento, a disposizione di tutti i gruppi parlamentari di governo e di opposizione presenti in commissione, si legge chiaramente che il piano è stato fatto ‘d’intesa con gli Enti territoriali interessati (Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Pisa, Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli)’. Dunque anche il presidente regionale Giani del Pd sapeva benissimo di tutto questo, così come il sindaco Conti, che nei giorni scorsi si è rifiutato di rispondere ai nostri quesiti dicendo che non era di sua competenza nonostante sia della Lega, uno dei partiti da cui arriva l’iniziativa legislativa”.

Il nuovo progetto della base militare a San Piero a Grado, nel cuore del Parco di San Rossore, e con parte dei lavori a Pontedera, è ancora più impressionante di quello originario, che nel 2022 ebbe il via libera di Mario Draghi e del suo ministro Guerini nell’area di Coltano. Non solo si passa da 70 ettari a quasi il doppio, in gran parte di superficie boschiva, anche i finanziamenti passano dai 190 milioni originari a ben 520. Con quello che il movimento No Base e le forze politiche che sostengono Auletta, Una città in Comune e Rifondazione comunista, ben definiscono come “un devastante impatto ambientale”.

Rispetto al 2022, il progetto non è più concentrato nel borgo di Coltano ma c’è stato uno “spacchettamento” degli interventi, con al centro di gran parte dei futuri lavori l’area, interna al Parco, dell’ex Cisam (Centro internazionale studi militari), dove si trova anche un vecchio reattore nucleare dismesso, e con una appendice alla periferia di Pontedera, dove dovranno essere realizzati un poligono di tiro e una pista automobilistica di addestramento.

All’interno dell’area protetta avranno la loro sede il Primo reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania, che occuperà 20 ettari, e i militari del Gis (Gruppo intervento speciale) antiterrorismo dell’Arma, a cui sono riservati 40 ettari. Ulteriori 30 ettari sono destinati alla parte alloggiativa, alle parti comuni e agli impianti sportivi. In aggiunta avrà sede nel Parco anche il Centro Cinofili.

“I primi 20 milioni di finanziamento di cui abbiamo già dato notizia nei giorni scorsi – riepiloga Fausto Pascali del movimento No Base – serviranno solo per aprire i cantieri, in pratica per mettere in chiaro che la base militare si farà, volenti o nolenti. Per realizzarla saranno abbattuti ettari ed ettari di bosco nell’area di San Piero, quella che viene comunemente chiamata ‘la selva pisana’, patrimonio dell’Unesco”.

Ancora Pascali: “I documenti di cui siamo oggi entrati in possesso sono stati ‘presi’ dagli atti pubblici di Montecitorio, inviati dal governo all’ottava commissione guidata dal verde Angelo Bonelli, e a disposizione di tutti i parlamentari almeno da una settimana. Guardando ai costi, senza considerare i 120 milioni destinati alla bonifica del reattore presente al Cisam, già previsti e dovuti da oltre 20 anni come ribadito anche dalla Corte dei Conti, restano 400 milioni di euro, più del doppio dei 190 previsti a inizio del 2022, destinati ad alimentare la guerra e l’economia di guerra”.

Quanto al poligono di tiro da 500 metri e all’autodromo, “infrastrutture militari che nei verbali vengono definite e trattate alla stregua di ‘compensazioni’”, il progetto insiste intorno all’area della tenuta Isabella a Pontedera: “Terreni oggi completamente verdi e che hanno già mostrato la loro fragilità dal punto di vista della tenuta idraulica – chiude Pascali – e su cui un’opera del genere non farà che peggiorare la situazione”.

L’intera operazione è commissariata “per il suo rilevante impatto sul tessuto socio–economico”, e il governo intende mandarla avanti con le procedure semplificate, accelerate e con minori controlli previste per il Pnrr. Va da sé che il movimento No Base, che ha già portato migliaia e migliaia di persone in piazza per contestare la maxi base militare, ha fissato una nuova mobilitazione per il 20 e 21 luglio, nell’ormai tradizionale punto di ritrovo dei Tre Pini.