L’appuntamento era per le quattro e un quarto a piazzale Flaminio. C’era tutto il tempo per prendersela con calma. Era alle cinque e mezzo che dovevamo parlare dei diari di Michele Rago pubblicati da InSchibboleth. La presentazione alla quale, oltre noi due, recavano la loro testimonianza le figlie di Michele, Laura e Marina, e la curatrice del volume Elena Riccio, aveva luogo in una enoteca ‘letteraria’ al Pigneto.

Arrivo e Filippo è lì, nella sua macchina. Siamo puntuali entrambi. Mi siedo accanto a lui: il suo sorriso e l’affetto che traspare dai suoi occhi. Occhi senza età, di velluto scuro. Lo stesso sguardo pulito, aperto, ‘tutto per te’ che Filippo – ho sempre pensato – ha conservato intatto fin da bambino. Oggi è venerdì due dicembre ed è in corso a Roma uno sciopero dei mezzi pubblici.

Siamo anche noi nell’ingorgo del traffico. Comincia a piovere. Piove forte. Filippo non ha voluto il suo nome nella locandina che annuncia l’incontro. Perché lui che aveva conosciuto Rago fin dai primi anni Sessanta preferiva non apparire? Non si sentiva preparato per parlare adeguatamente di Rago, mi aveva detto. La sua sarebbe stata una testimonianza di poco conto, che non aveva senso annunciare nel programma. Avevo tentato di insistere ma, presa una decisione (e figurarsi poi una decisione di carattere ‘personale’), era assai difficile che Filippo ci tornasse su.

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Procediamo a passo d’uomo. Arriviamo all’enoteca con gran ritardo, passate le sei. Siamo tutti, si comincia. Filippo chiede di intervenire per ultimo. Ora che scrivendo queste righe mi illudo d’esser lì ad ascoltare le sue parole, mi dico che faremmo bene a trascriverle e pubblicarle nel suo giornale. La Commissione culturale; le donne e gli uomini nell’impegno politico quotidiano nelle stanze delle Botteghe Oscure. I primissimi incontri che metteranno capo a «il manifesto». E un ritratto di Michele Rago che per acume e intelligenza completa e arricchisce quello che ce ne ha delineato Rossana Rossanda.

A cena in trattoria. Amatriciana. Fagioli e polpette. Filippo ed io ci proponiamo con Laura e Marina di incontrarci a metà di gennaio per ragionare sulla pubblicazione dei molti scritti lasciati da Michele, che bene sarebbe raccogliere e ristampare. Non piove più. Anche il traffico della città è come sparito d’incanto. Ci diciamo che l’iniziativa è riuscita. Giunti a piazzale Flaminio decidiamo di vederci in ogni caso ai primi di gennaio, con l’anno nuovo. C’è quell’impegno per Rago. E poi perché ci vogliamo bene.