«Non immaginavo il governo potesse arrivare a tanto». Così Carolina Morace, ex calciatrice, allenatrice della nazionale femminile e avvocata adesso candidata capolista alle europee per il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione centro commenta il dietrofront del governo italiano sul fronte dei diritti delle persone Lgbtq+.

Che pensa di questa mossa?
La dichiarazione europea preparata dalla presidenza belga non è divisiva, ma riconosce i più elementari diritti alla comunità Lgbtq+ per una società civile e moderna come dovrebbe essere la nostra. Il governo aveva la grande opportunità di schierarsi dalla parte di tutti i cittadini e invece ancora un volta ha preferito l’ideologia e le polemiche inutili. Io penso che sia stata persa una occasione, è sconfitta per tutti.

Ci allontaniamo dall’Europa dei diritti?
Secondo una recente classifica pubblicata da una Ong internazionale che ha analizzato tutte le leggi dei paesi europei l’Italia è al trentaseiesimo posto nel rispetto dei diritti della comunità Lgtbq+, fanno meglio di noi persino l’Ungheria di Orban e il Kosovo. Trovo assurdo che il governo resti indifferente davanti a queste figuracce internazionali.

Scelte del genere come modificano il modo in cui viene visto il nostro paese all’estero?
Ho vissuto tanti anni in Australia, Canada e Gran Bretagna: l’immagine dell’Italia all’estero è offuscata e molti italiani, per ottenere quei diritti negati nel proprio Paese, sono costretti ad andare all’estero. Penso alle lesbiche che vogliono diventare mamme e sono costrette ad emigrare per intraprendere il percorso della procreazione medicalmente assistita. La Francia ha recentemente approvato una legge su questo, nel programma del M5S si chiede che la Pma diventi un diritto riconosciuto a tutte le donne europee.

Vannacci dice che invece di parlare di diritti per gli Lgbtq+ bisognerebbe occuparsi delle persone anziane, mettendo in questo modo in competizione le esistenze di diverse categorie. Come pensa gli si debba rispondere?
Gli anziani hanno sofferto molto durante la pandemia e dobbiamo fare di più per sostenerli con azioni mirate. Per quanto riguarda Vannacci ho fatto una promessa a me stessa per questa campagna: non fare polemica con lui. Ogni giorno ne spara una più grossa dell’altra e ottiene pagine sui giornali che non merita. Ignoriamolo e vedrete che la smetterà.

Come sta affrontando questi tempi in campagna elettorale?
Con grande orgoglio. Il mio coming out risale a tanti anni fa. Mia moglie Nicola mi ha incoraggiata a scrivere un libro e spero che la mia storia abbia aiutato tante persone a uscire dall’ombra e a vivere la propria diversità senza autocensure. Mi sono iscritta quasi due anni fa nel M5S proprio perché ho trovato una comunità molto attenta ai diritti civili e sociali. Il programma per le europee è molto avanzato e progressista. Se eletta mi impegnerò a inserire l’omofobia fra i crimini europei. Su questo nella scorsa legislatura si è avviato un percorso, adesso va completato e non possiamo più perdere tempo. Uno slogan che sto utilizzando molto in questa campagna è «più diritti e meno armi». Vengo dal mondo del calcio e porto con me i valori dello sport che sono quelli dell’inclusione e del rispetto, valori che dovrebbero essere applicati anche per risolvere i troppi conflitti ai confini dell’Europa. In Ucraina serve un processo negoziale che porti alla pace il prima possibile.

Le opposizioni e i movimenti per i diritti e contro la transomofobia riescono a fare fronte comune di fronte a certi arretramenti?
Mi auguro di sì, ma mi permetta una osservazione. Il matrimonio egualitario in Gran Bretagna e Germania è stato approvato da governi di centrodestra, non di sinistra, a dimostrazione che sui diritti dei cittadini tutte le forze politiche dovrebbero essere unite. Questi sono temi trasversali, per certi versi costituzionali, e dovrebbero appartenere a tutti ma solo in Italia abbiamo questa destra retrograda. L’Europa può aiutarci molto per fare passi avanti sui diritti civili approvando per esempio il regolamento che riconosce la genitorialità delle famiglie arcobaleno. Se si è padre o madre in un paese membro allora si deve essere padre o madre in tutta Europa.