Alle prime luci dell’alba di ieri, nella desolata via Affile alle porte di Roma, tra capannoni industriali che producono qui cioccolatini e lì cannoni da guerra, sono apparse quaranta persone inattese. A passo svelto e in silenzio hanno raggiunto il cancello di una delle fabbriche della zona, la Rheinmetall Italia Spa. Si sono incatenate all’ingresso e hanno srotolato uno striscione: «Stop armi alla Turchia. Embargo popolare». Firmato: «Rise up 4 Rojava». «Da questo stabile nelle prossime ore partirà un cannone diretto verso la Turchia – hanno scritto gli attivisti in un volantino – È vergognoso che l’Italia continui a esportare...