«Da decenni è tra le penne che meglio hanno raccontato in Italia e all’estero le questioni ambientali e le grandi lotte sociali nate attorno ad esse. Intellettuale femminista, giornalista di rigore intellettuale e morale, collabora da lungo tempo con Il Manifesto e Cns Ecologia Politica. È una delle voci più autorevoli delle esperienze di ricerca e di nuove pratiche messi in piedi nel nostro paese negli ultimi decenni». Con queste motivazioni Giuseppina Ciuffreda riceverà domani in Campidoglio il premio speciale per il giornalismo ambientale “Carla Ravaioli” assegnato dall’associazione A Sud che, in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne e con il patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Roma, promuove quest’anno la quarta edizione del “Premio Donne Pace e Ambiente Wangari Muta Maathai”.

Dedicato a questa grande figura keniota scomparsa nel 2011, la prima donna africana a ricevere, nel 2004, il Nobel per la pace, attivista ecologista, fondatrice del Green Belt Movement, che ha lottato per più di 30 anni in difesa dell’ambiente e dei diritti delle donne ed ha contribuito alla democratizzazione della sua nazione, il premio verrà consegnato quest’anno a quattro attiviste che si sono distinte nella battaglia globale contro i cambiamenti climatici, in vista dell’appuntamento con il vertice Onu di Parigi che a fine anno dovrà decidere su un accordo globale per il post-Kyoto.

Il premio “Fuoco” sarà consegnato a Tiziana Medici (Basilicata), tra le fondatrici del coordinamento nazionale No Triv. Riceverà invece il premio “Terra”, la sarda Paola Pilisio, attivista dei comitati cittadini sorti attorno al polo petrolchimico di Porto Torres e fondatrice del coordinamento delle reti in difesa del territorio (Sulcis, Quirra, Arborea, ecc). Il premio “Aria” va Daniela Patrucco, del comitato contro la centrale a carbone Enel di La Spezia, e infine, il premio “Acqua” alla veneta Lucia Ruffato, presidente del Comitato Acqua Bene Comune di Belluno, tra le promotrici dell’Appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico. Perché, come disse Wangari Maathai ricevendo il Nobel, «la pace nel mondo dipende dalla difesa dell’ambiente».