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Portogallo, una finanziaria di sinistra

Portogallo, una finanziaria di sinistraIl premier del Portogallo, il socialista António Costa – Lapresse

Il governo guidato dal socialista António Costa e sostenuto in parlamento dalle sinistre radicali Bloco de Esquerda (Be) e Partido Comunista Português (Pcp) ha presentato venerdì sera la legge di […]

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 16 ottobre 2016

Il governo guidato dal socialista António Costa e sostenuto in parlamento dalle sinistre radicali Bloco de Esquerda (Be) e Partido Comunista Português (Pcp) ha presentato venerdì sera la legge di bilancio per il 2017 (Orçamento do Estado – Oe 2017). Siamo solo all’inizio di un percorso irto di ostacoli, eppure, nonostante tutto, la maggioranza, contrariamente a tutti i pronostici, continua a reggere.

Un esecutivo che è probabilmente oggi in Europa tra i pochi a dare un senso concreto e compiuto al concetto di sinistra. E cosa vuol dire fare politiche di sinistra? Beh, intanto aumentare le pensioni. Per quelle fino a 838 euro ci sarà un’attualizzazione in base agli indici di inflazione, per quelle al di sotto dei 638, l’aumento sarà di 10 euro. Poco certo, ma è pur sempre una cifra al di sopra dell’inflazione, e poi all’anno fanno 120 euro in più. Inoltre il sostegno al reddito avverrà attraverso tutta una serie di misure indirette come l’aumento degli investimenti in salute +3,7%, educazione (ad esempio con la gratuità dei testi scolastici alle elementari) e un innalzamento del sussidio di disoccupazione. Sarà poi abolita la sovrattassa sull’Irs (la nostra Irpef) – le cui aliquote vanno dall’1 al 3% – introdotta negli anni della troika.

I margini di manovra sono chiaramente ridottissimi e a dispetto del termine “radicale” gli alleati dei socialisti mostrano grandissime doti di pragmatismo e capacità di mediazione. I criteri imposti dai trattati europei devono essere, purtroppo, rispettati, non siamo di fronte a un caso di insubordinazione, ma sì alla dimostrazione concreta che i carichi dell’austerity possono essere redistribuiti in forme differenti, nulla di rivoluzionario certo. Comunque, con un Pil in crescita dell’1,5%, il deficit stimato per il prossimo anno sarà intorno al 1,7-1,8%. Questo significa che a fronte di maggiori uscite dovrà esserci un incremento delle entrate.

Nell’Oe 2017 è prevista una nuova imposta sui beni immobiliari, una mini-patrimoniale che inciderà sulle proprietà complessive a partire da 600 mila euro, con una incidenza dello 0,3%, i cui proventi sono stimati intorno ai 170 milioni di euro. A finanziare l’aumento di spesa poi l’aumento di alcune aliquote su beni di consumo non di prima necessità: accise su alcool (+3%), tabacco, automobili e refrigeranti (su questi ultimi la tassa varierà a seconda del contenuto di zucchero). Ci sarà poi un inasprimento delle imposte sul cosiddetto alojamento local, ovvero sulle case in affitto per periodi di breve durata, come ad esempio Airnbnb, che passerà dal 15% al 35%.

Con l’entrata all’Assembleia da Republica l’Oe 2017 ha iniziato il suo percorso che durerà diverse settimane, quindi molte cose potrebbero ancora succedere. Al momento la maggiore incognita è la valutazione pendente della società di rating Dbrs che – in caso di downgrade – potrebbe portare a una richiesta di un secondo bailout. Poi bisognerà capire quali considerazioni arriveranno dalla Commissione e se, in caso di richieste di modifiche, come reagiranno i partiti della coalizione.

Come è ovvio ancora non si può dire quale sarà l’impatto sull’opinione pubblica dell’Oe 2017, tuttavia i sondaggi mostrano come di mese in mese il sostegno nei confronti dei partiti della maggioranza cresca: Partido Socialista +0,3 (ai livelli massimi), Be +0,6 e Pcp +0,2 (Eurosondagem per il settimanale Expresso). Un segno importante perché mostra come non necessariamente governare, come si era peraltro pensato all’inizio della vicenda del governo frentista, implichi una perdita di consensi.

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