Divieto d’espatrio per Patrick Zaki: quello che si temeva fosse uno degli «annessi» al rilascio dello studente egiziano in vista dell’udienza del primo febbraio 2022 è confermato da fonti egiziane all’Ansa.

«Non potrà andarsene fino a dopo la fine del processo», hanno detto le fonti all’agenzia. Il timore che non potesse lasciare l’Egitto era concreto, i suoi stessi legali lo ritenevano più che probabile. È capitato prima a moltissimi prigionieri politici scarcerati in vista del processo e anche ad attivisti su cui non pendevano procedimenti.

Nel frattempo, sembra anche proseguire il business che lega il regime del Cairo all’industria bellica italiana: secondo il portale francese Africa intelligence, il colosso italiano Leonardo (che ha preso parte all’Egypt Defence Expo, fiera militare che si è svolta a inizio mese al Cairo e di cui Fincantieri era primo sponsor) sarebbe a un passo da una commessa dal valore di mezzo miliardo di euro per 20 jet Aermacchi M-346.

I jet sarebbero parte del famoso «pacchetto» da 9-11 miliardi di euro contenente anche 20 pattugliatori Fincantieri, 24 caccia Eurofighter Typhoon, satelliti da osservazione e le due fregate Fremm Fincantieri, già consegnate al regime di al-Sisi nell’inverno scorso.

Da Leonardo sarebbero poi stati inviati al Cairo cinque dei 24 elicotteri Aw149 relativi a un ordine del 2019 comprensivo anche di otto modelli civili AW189 (valore complessivo 871 milioni di euro).

Notizie che giungono in concomitanza con il rapporto annuale di Committee to Protect Journalists’: l’Egitto è il terzo paese al mondo per giornalisti in prigione (25 al momento), secondo solo a Cina e Myanmar.