Con un occhio a Sesto Fiorentino e l’altro ai cinque restanti ballottaggi in programma nella regione, il Pd toscano si prepara a una domenica molto complicata. A Grosseto parte in svantaggio, e con più di un sospetto che i voti pentastellati finiscano, almeno in parte, nelle mani di Antonfrancesco Vivarelli Colonna che guida un centrodestra compatto. Difficoltà anche a Sansepolcro, nell’alta Valtiberina, e ad Altopascio in lucchesia. Solo a Cascina, secondo comune del pisano, e a Montevarchi, nel Valdarno aretino, il partitone tricolore dovrebbe farcela senza ulteriori patemi a confermare le amministrazioni uscenti.
Resta Sestograd, il cui valore – non solo simbolico – è altissimo. Perché una possibile vittoria di Lorenzo Falchi di Sinistra italiana (27,4% al primo turno), che ha rapidamente trovato l’accordo politico con Maurizio Quercioli di Sesto bene comune e Prc, Al e Possibile (19,2%), provocherebbe un terremoto sul terreno, strategico per il Pd, delle grandi infrastrutture. Dal maxi inceneritore di Case Passerini, all’aeroporto intercontinentale che Renzi&Carrai vogliono al posto dell’attuale city airport Vespucci. Anche negli ultimi giorni, l’obbligata polarizzazione del confronto elettorale su questi due temi ha continuato a sfavorire il dem Lorenzo Zambini, che partirà dal 32,6% del 5 giugno. Senza alcun nuovo endorsement cittadino.
Un buon conoscitore delle vicende sestesi come Tommaso Fattori, consigliere regionale di Toscana a Sinistra, pur da parte in causa tira le somme della campagna elettorale appena conclusa: “A Sesto Fiorentino si gioca una partita determinante per il futuro della Piana. Lo sa per primo Renzi, che non a caso ci aveva ‘messo la faccia’, come ama dire lui. Ma il Pd è il partito del ‘no’ al programma rifiuti zero, preferendo il vecchio modello fondato sugli inceneritori, e del ‘no’ allo sviluppo armonico della Piana, preferendo portare avanti il folle progetto di nuova pista aeroportuale, che stritolerebbe il parco agricolo e il fiorente Polo scientifico universitario. La Sinistra ha invece un programma di governo alternativo, che mette assieme economia circolare, rifiuti zero, creazione di posti di lavoro, ambiente e ricerca scientifica”.
Sul fronte pro Pd si è mossa con decisione la Camera di commercio dell’area fiorentina, che con il suo presidente Leonardo Bassilichi ha ribadito come lo sviluppo del comprensorio passi dall’ inceneritore e dal nuovo aeroporto. Peraltro lo stesso Bassilichi ha dato voce agli arcinoti pensieri di Matteo Renzi: “La priorità è l’aeroporto”. Per un motivo molto semplice, reso noto dal candidato sindaco Falchi: “Nel progetto del nuovo aeroporto, con la pista di 2.400 metri parallela all’autostrada Firenze-Mare, l’Enac ha già giudicato che il camino dell’inceneritore sia 23 metri troppo alto rispetto alla curva di discesa degli aeromobili”.
Dal canto suo Giorgio Moretti, presidente dell’azienda dei rifiuti Quadrifoglio e amico personale del presidente del consiglio, ha tuonato: “Non fare l’impianto di Case Passerini costerà 30 milioni di penali e di spese già fatte, i cittadini lo pagheranno nelle bollette future”. Mentre il suo ad Livio Giannotti, pochi giorni prima, si era limitato a 10 milioni. Un segnale, l’ennesimo, di un malcelato nervosismo. Cui si contrappone la gioiosa vitalità delle “Mamme no Inceneritore”, sempre al lavoro e ora con il sostegno di 272 medici ospedalieri, universitari, specialisti e di base, che hanno sottoscritto un documento per non far partire la costruzione dell’inceneritore. In parallelo Lorenzo Falchi ha firmato il protocollo “Zero Waste”, rifiuti zero, che lo impegnerà, da possibile futuro sindaco, ad attivare fra le tante una campagna di raccolta porta a porta, con tariffazione puntuale.