“Sciolgo la riserva, mi candido. Ci sto”. Sotto Palazzo Vecchio è arrivato Godot, almeno agli occhi di una centrodestra che ha aspettato Eike Schmidt per mesi. Alla fine comunque lo storico dell’arte tedesco, cittadino anche italiano dallo scorso novembre, ex direttore degli Uffizi e da poco a capo del Museo di Capodimonte a Napoli, ha diradato le nubi che avvolgevano la sua candidatura a sindaco. Per prima quella legata al suo lavoro: “La settimana prossima tornerò a Napoli, e chiederò l’aspettativa prima dei termini di legge di 45 giorni. Ci vorranno alcuni giorni per avere l’ok dal ministero della Cultura a Roma, ma penso che da metà mese sarò al 100% qui a Firenze in campagna elettorale”.

Un via libera scontato, visto che il principale sponsor di Schmidt è il ministro Gennaro Sangiuliano, che ora esulta. Anche debordando: “La sua candidatura rafforza lo spirito unitario dell’Europa. Firenze è una straordinaria capitale culturale europea che esprime i valori più autentici del continente, e Schmidt primo cittadino costituirebbe una consacrazione della nozione di cittadino europeo”.
Missione possibile? A leggere gli ultimi sondaggi la corsa è in salita, visto che la trimurti Fdi-Fi-Lega è accreditata di circa il 30%, mentre il centrosinistra già sufficientemente largo che candida Sara Funaro è fra il 40 e il 45%. Una coalizione senza renziani, che vanno in solitaria con la vicepresidente regionale Stefania Saccardi puntando alla doppia cifra, per poi contrattare un eventuale appoggio a Funaro nel più che probabile ballottaggio.

Per evitare il secondo round a Funaro mancano i voti pentastellati, che in città non sono molti (7% nel 2019) ma potrebbero bastare per superare il 50%. Una prospettiva che intriga il quartier generale di Giuseppe Conte, ma che si scontra con le differenze di sensibilità all’interno del M5s fiorentino, dove non sono pochi gli attivisti che preferirebbero correre in solitaria al primo turno, e poi contrattare – al pari di Renzi – in vista del ballottaggio.

Non ci sarà invece una convergenza fra i pentastellati e l’associazione 11 Agosto di Tomaso Montanari, dopo che il M5s ieri ha dato buca all’ultimo tentativo dell’altro storico dell’arte di costruire una coalizione alternativa a centrosinistra e centrodestra. E’ il quarto e per ora ultimo candidato ufficiale, Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune, a certificare le difficoltà di Montanari: “In assenza del M5s, e tenuto conto che la storia di ‘Firenze Democratica’ di Cecilia Del Re è molto distante dalla nostra e rappresenta di fatto una storia interna al centrosinistra, noi riteniamo che non ci siano le condizioni per attendere altro tempo”.

Da Palagi anche una puntualizzazione: “Non è una dichiarazione di autosufficienza, è una volontà comunque di ricercare margini di dialogo ovunque sia possibile per la sinistra unità. Se poi altri soggetti che consideriamo parte dei nostri mondi scelgono, invece, di aspettare il M5s e proseguire in un dialogo con Firenze Democratica, è una scelta che rispettiamo”.