Con le parole d’ordine «No all’antisemitismo, no al terrorismo» il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni e Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, chiamano quest’oggi alle 19 a Roma, in piazza del Popolo. La manifestazione è convocata «per dire no a ogni forma di oltranzismo, per difendere e ribadire i diritti costituzionali di libertà di religione, di pensiero e parola». I promotori ricordano che gli «ebrei italiani fanno parte del tessuto sociale del paese arricchendolo con una cultura millenaria e nel rispetto di ogni compagine sociale, culturale, politica e religiosa». «Si pensa sempre che sia finita, che il mondo sia andato avanti. E invece si devono rivedere ebrei braccati e uccisi in quanto ebrei; chiamati a discolparsi in quanto ebrei; indotti a nascondersi in quanto ebrei», sottolinea la senatrice Liliana Segre nel suo messaggio di adesione all’iniziativa.

Il riferimento inevitabile è all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. Da allora in poi, ha sostenuto Di Segni, «abbiamo registrato l’innalzamento dell’antisemitismo in ogni sua matrice». La presidente Ucei ricorda le tante declinazioni dell’odio anti-ebraico, dal fondamentalismo islamico al complottismo e all’antigiudaismo di matrice religiosa. Il passaggio successivo, quello che interviene direttamente nello scontro politico e nelle scelte del governo di Israele, riguarda le critiche delle associazioni alla linea tenuta da «sindacati, Ong, realtà come Amnesty International e Unicef e organizzazioni come Non una di meno» circa la guerra in corso. Per Di Segni, questi soggetti hanno «un’agenda politica distorta».

Da qui è facile scivolare verso posizioni politiche che non sono sovrapponibili alla lotta all’antisemitismo: in piazza ci saranno quelli che considerano lo stato di Israele non crocevia di culture ma una sorta di avamposto blindato della cultura occidentale in lotta per la sua sopravvivenza. E quindi, ad esempio, ci sarà anche Matteo Salvini, fresco dall’incontro con le estreme destre europee di Firenze dal quale ha rilanciato la campagna contro «l’Europa dei Soros», riecheggiando toni e argomentazioni che rimandano al repertorio del complottismo e della caccia al finanziere globalista che tira le fila della distruzione delle culture tradizionali foraggiando l’immigrazione. Sono schemi che in passato ha utilizzato anche Giorgia Meloni. Per Salvini, inoltre, la presenza serve «anche per sottolineare il pericolo dell’estremismo islamico in tutta Europa». Il rischio è quello che hanno descritto bene gli attivisti del Laboratorio ebraico antirazzista, che nei giorni scorsi si sono mobilitati per chiedere il cessate il fuoco e stigmatizzare «la retorica dello scontro tra civiltà, che sta alimentando un’inquietante esplosione di antisemitismo e islamofobia». Sia il Pd che il M5S parteciperanno alla manifestazione con una delegazione.