L’ultima strage è avvenuta in una struttura per veterani di guerra con problemi di stress post-traumatici in California, vittime tre donne che assistevano i ricoverati, uccise da un ex paziente che le ha tenute in ostaggio per otto ore, prima di essere ucciso a sua volta dalle forze di sicurezza. Eppure, negli Stati uniti, l’ondata di consapevolezza riguardo la necessità di una regolamentazione più strutturata sulla circolazione delle armi continua a irritare la National Rifle Association (Nra), la lobby delle armi che, dopo il massacro di Parkland in Florida, ha visto molti dei suoi partner storici prendere le distanze.

LO STATO DELLA FLORIDA, tradizionalmente favorevole a un uso disinvolto delle armi, ha approvato una legge che introduce misure restrittive sulle armi da fuoco, tra cui l’aumento dell’età minima per l’acquisto da 18 a 21 anni. Un provvedimento, quello approvato dal Congresso statale, che non è piaciuto alla Nra che ha deciso di fare causa allo Stato.

La Florida negli ultimi anni è stata colpita da due dei peggiori mass shooting americani, quello della discoteca gay di Orlando, e recentemente quello della scuola superiore. Anche alla luce di ciò il governatore repubblicano Rick Scott ha deinito la nuova legge «bilanciata fra i nostri diritti individuali e la necessità di sicurezza. Un esempio per l’intero Paese il fatto che il governo possa e debba agire rapidamente».

IL PROVVEDIMENTO sulla sicurezza nelle scuole firmato da Scott non sembra essere niente più che l’applicazione di un poco di buon senso; oltre ad alzare a 21 anni l’età minima consentita per l’acquisto di armi, la legge estende a tre giorni il periodo di attesa nell’acquisto, vieta i dispositivi che aumentano la potenza alle già potenti armi semi automatiche, non permette di vendere armi a chi ha precedenti per violenza e consente ad insegnanti come ad altri dipendenti scolastici di portare armi, previo un apposito addestramento, come già accade in Wyoming, South Dakota, Tennessee, Georgia, Kansas e Texas. Su quest’ultima controversa misura, Scott ha espresso riserve, ma ha sottolineato che saranno le autorità locali a decidere se applicarla o meno.

IL PUNTO CONTESTATO dalla Nra riguarda la restrizione anagrafica per acquistare armi, in quanto, secondo la lobby, questo violerebbe in particolare i diritti delle giovani donne che, da statistiche, è improbabile commettano crimini violenti. «Le donne di età compresa fra 18 e 21 anni pongono un rischio relativamente basso di compiere una sparatoria in una scuola – si legge nell’atto legale – o un crimine violento di qualsiasi tipo», e che gli uomini tra i 18 e i 21 anni, a cui viene impedito di acquistare armi, sono meno spesso autori di crimini violenti rispetto agli uomini fra i 21 ei 24 anni.

La Nra sostiene anche che i 18enni sono considerati adulti «per quasi tutti gli scopi e certamente per gli scopi dell’esercizio di diritti costituzionali fondamentali» e impedendo l’acquisto di armi agli americani tra i 18 e i 21 anni, si viola non solo il secondo emendamento ma anche il 14esimo, la «clausola di uguale protezione» per tutti i cittadini, introdotta per tutelare gli schiavi.

IL PORTAVOCE della National Rifle Association, Chris Cox, ha difeso la causa intentata sostenendo che la legge della Florida «punisce i possessori di armi, che si attengono alla legge, per gli atti criminali commessi da un individuo disturbato».