Notte in bianco per dirigenti, candidati e militanti. Nella sede del Pd in via XXX Ottobre al numero 19 la fibrillazione elettorale è doppia. Il sindaco Roberto Cosolini insegue il secondo mandato, ma la rincorsa del ballottaggio è tutt’altro che tranquilla. Il segretario provinciale Nerio Nesladek ha lasciato in eredità a Muggia un bel rebus dopo dieci anni da sindaco: le primarie hanno premiato la candidata di Sel Laura Marzi, ma sulla scheda c’erano ben 14 liste con 232 candidati (e un seggio a Santa Barbara nella scuola slovena Bubnic).

Poco prima di mezzanotte, tutti proiettati ancora sui risultati virtuali. A Trieste, exit poll e «previsioni non scientifiche» vogliono la sfida decisiva del 19 giugno con Roberto Dipiazza, ex sindaco alla testa del centrodestra “classico”. Escluso dal «secondo tempo» sarebbe così il giovane candidato M5S Paolo Menis. Potrebbe aver pagato il polverone del «caso Tercovich» giusto a poche ore dal voto. Le dichiarazioni razziste su Fb del candidato consigliere hanno messo i grillini in notevole imbarazzo.

Cosolini, comunque, sembra spalle al muro: se i risultati definitivi confermeranno il secondo posto nelle preferenze dei triestini, servirà un’impresa titanica per allargare il perimetro della coalizione agli scettici di sinistra.

Sulla carta, invece, molto meno ostici gli apparentamenti del ballottaggio per Dipiazza in grado di pescare a destra come nelle civiche. Trieste, insomma, vive una lunga notte di entusiasmi smorzati, altalene di speranze e delusioni, piccole ansie nella marea dei numeri. Lo scrutinio è rinviato a stamattina a partire dalle 8: troppo poche per le certezze, ma già in grado di ridimensionare l’ipotesi di un successo M5S.

Se la tendenza sarà davvero consolidata all’alba, il testa a testa nello scrutinio impegna solo due candidati, il sindaco uscente e il suo predecessore, come se Trieste si fosse plastificata nel “vecchio” bipolarismo.Il dato dell’affluenza almeno, si rivela incoraggiante rispetto agli altri capoluoghi di provincia: con il 53,4% l’incubo dell’astensionismo è scacciato, visto che cinque anni fa alle Comunali votò il 56,7%. Ma la prima schermata del Tg3 è una doccia scozzese in casa democrat. Per quanto sia scarsamente attendibile, l’intention poll indica in testa nettamente Dipiazza rispetto a Cosolini.

A Pordenone, l’altro test nella regione governata dalla vice segretaria del Pd Debora Serracchiani. «Non mi candido nemmeno a consigliere. Lascio la politica e mi dedico a viaggi e gatti», aveva salutato Claudio Pedrotti, sindaco uscente che il 21 ottobre 2014 durante la riunione di giunta ha registrato anagraficamente il matrimonio di Francesco Furlan con il sudafricano Derek Wright.

Infine, anche in Veneto i risultati delle Comunali assumeranno già un valore politico. È saltato il congresso regionale straordinario, invocato dopo il clamoroso flop di Alessandra Moretti: partito commissariato con braccio di ferro in corso fra renziani. E nelle urne il centrosinistra deve riconquistare Chioggia, 49 mila abitanti nella laguna del Mose, come Montebelluna (Treviso) e San Giovanni Lupatoto (Verona).