Il procuratore generale degli Stati uniti Merrick Garland ha preso una posizione ufficiale contro la legge anti-aborto del Texas.

IL DIPARTIMENTO di Giustizia ha affermato che non tollererà la violenza contro chiunque cerchi di abortire e che i funzionari federali stanno già esplorando «tutte le opzioni disponibili» per contestare questa nuova legge statale che autorizza i privati cittadini a farla rispettare in un modo che promuove il vigilantismo. La legge infatti, per impedire alle donne di abortire e per non scontrarsi con la legge federale che garantisce il diritto all’aborto, chiede ai cittadini di segnalare i casi di cui sono a conoscenza in cui una donna ha abortito dopo le 6 settimane di gravidanza.

«NON TOLLEREREMO violenze contro coloro che cercano di ottenere o fornire servizi di salute riproduttiva, ostruzione fisica o danni alla proprietà in violazione del Face Act», ha detto Garland riferendosi al Freedom of Access to Clinic Entrances Act, una legge del 1994 che vieta le minacce e l’ostruzione di una persona che richiede servizi di salute riproduttiva.
Il Dipartimento di Giustizia, ha aggiunto il procuratore generale, ha contattato gli uffici degli avvocati degli Stati uniti e quelli dell’Fbi in Texas e in tutto il Paese per discutere di come far applicare la legge federale. «Il Dipartimento fornirà il supporto delle forze dell’ordine federali quando una clinica per aborti o un centro di salute riproduttiva si troverà sotto attacco».

ANCHE L’OSSERVATORIO dei diritti umani dell’Onu ha condannato il Texas, che viola il diritto internazionale negando alle donne il controllo sui propri corpi e mette in pericolo le loro vite.
La Women’s March e oltre 90 altre organizzazioni, intanto, stanno organizzando una mobilitazione nazionale per il 2 ottobre. Si terranno cortei in «ogni singolo Stato» prima della riconvocazione della Corte Suprema, il 4 ottobre. «Gli implacabili attacchi dal Texas al Mississippi stanno aumentando rapidamente», ha scritto il gruppo in una nota.