Posto che ormai lo sappiamo, che lo stupro ha più a che fare con il potere e l’affermazione di una identità maschile «dominante» che con il desiderio e il sesso, forse prima di evocare la censura della pornografia, come hanno fatto in questi giorni la ministra Roccella e vari conservatori italiani, ci sono alcuni elementi su cui potremmo ragionare. Lo stupro è un dato culturale che naturalizziamo attraverso la storia (ci insegnano il ratto delle Sabine quando andiamo alle elementari), la mitologia greca – che è ispirazione di buona parte dell’arte, e che ritroviamo nella letteratura, nel cinema (non solo...