Il conto di 377 miliardi di euro arriva sotto forma di lettera diplomatica, ma solo sugli indirizzi sulla busta. Il governo greco guidato da Alexis Tsipras pretende dalla Germania il pagamento immediato delle rate del maxi-debito di guerra che da 75 anni Berlino si rifiuta di saldare.

Crediti esigibili sull’unghia, quantificati ufficialmente alla voce «risarcimenti» nei trattati bilaterali firmati alla fine del secondo conflitto mondiale, esattamente dal Paese che più di ogni altro ha contribuito a “strozzare” le finanze pubbliche di Atene dai tempi della Grexit.

«La posizione del governo tedesco non è cambiata. La questione dei risarcimenti tedeschi è regolata in maniera definitiva sia politicamente che giuridicamente» è la risposta del portavoce della GroKo della cancelliera Angela Merkel. Legalmente il caso si “sarebbe” definitivamente risolto a sfavore della Repubblica federale che eredita la responsabilità giuridica del Terzo Reich al cospetto dei tribunali internazionali. Dal punto di vista materiale, invece, per ricordare le sentenze non solo storiche c’è stato bisogno della «nota verbale» che equivale a un «martello» come riassume il più diffuso quotidiano nazionale.
Ieri mattina dalla sede della rappresentanza greca al civico 185 della Kurfürstendamm è partita la missiva atterrata pochi minuti dopo al dicastero distante pochi chilometri. L’ambasciatore Theodoros Daskarolis ha comunicato al ministro degli esteri Heiko Maas (Spd) che sono scaduti i termini delle rate del conto di 270 miliardi di euro recapitato lo scorso novembre. E che le cifre sono state ritoccate verso l’alto.

La Grecia intende negoziare, in tempi molto brevi, la «risoluzione definitiva» del contenzioso che dura dalla fine del Secondo conflitto mondiale, ovvero ritrattare i numeri del prezzo da pagare per l’occupazione e i crimini di guerra del regime nazista a partire dall’aprile 1941. Una lunga lista di debiti insoluti che Atene adesso vuole legare a scadenze senza possibilità di discussione, con versamenti che devono diventare certi.

Al ministero degli Esteri tedesco tengono a precisare che il «documento al momento è in esame», ma la scarsissima disponibilità del governo Merkel a trattare la questione è evidente nel tabù che a Berlino nessuno può (ne vuole) rompere. Il punto dirimente è l’«effetto a catena» destinato a scatenarsi a cominciare dalla vicina Polonia. Cui la Germania deve la “stratosferica” cifra di 800 miliardi di euro: più del doppio di quanto richiesto dalla Grecia di Tsipras.

«La richiesta della Grecia è democratica» fanno notare all’ambasciata: la risoluzione è passata per il voto del Parlamento nazionale che a larga maggioranza, dopo più di dieci ore di discussione, ha dato mandato al presidente greco di esigere ciò spetta al Paese.