«Le forze armate del Myanmar sono in grado di produrre, all’interno del Paese, una varietà di armi che vengono poi utilizzate per colpire i civili» che si oppongono ai militari al potere. Il tutto, grazie a macchinari, software e materie prime, provenienti da aziende «anche a partecipazione statale, legalmente domiciliate» in Italia, Francia, Austria, Germania, Giappone, Singapore, India, Israele, Corea del Sud, Corea del Nord, India, Cina, Ucraina, Russia e Stati Uniti. È la denuncia contenuta in un dettagliato report diffuso ieri dal Consiglio consultivo speciale sul Myanmar, formato da ex alti funzionari delle Nazioni Unite. Tra questi Yanghee Lee...