Per la terza volta in tre mesi Milano si è risvegliata sott’acqua. Eventi climatici estremi, cementificazione e assenza di politiche di adattamento hanno provocato l’ennesima esondazione del fiume Seveso. Veloce premessa per i non milanesi: il Seveso è un fiume che arriva dalla provincia di Como, interrato negli anni cinquanta e che quando piove forte risale in superficie nella zona nord.

Ieri tombini e chiusini sono saltati verso le 6 di mattina dopo un paio d’ore di pioggia intensa facendo riversare l’acqua sulla principale strada di collegamento tra Milano e l’hinterland nord: viale Fulvio Testi.

Complessivamente l’esondazione è durata sei ore, fino a mezzogiorno, e ha portato a un flusso d’acqua sulla città di 60/70 metri cubi al secondo a fronte di una capacità di assorbimento delle tombinature di 40 metri cubi al secondo.

IN UN’ORA sono caduti 31mm di pioggia su Milano, tanti ma non tantissimi, ma più del doppio a nord della città verso la Brianza e la provincia di Como dove nasce il Seveso. Milano ha così vissuto l’ennesima mattinata tragicomica, con il quadrante nord attorno a viale Fulvio Testi e viale Zara diviso in due: chi aveva gli stivali e chi no. Chi aveva gli stivali si è potuto muovere tra i torrenti che hanno preso il posto delle strade nei quartieri Isola, Montalbino, Niguarda e Maggiolina; chi non aveva gli stivali ha dovuto scegliere se bagnarsi i piedi nell’acqua misto terra e fogna oppure rinunciare e tornare indietro. Non è una grossa novità per Milano, si calcolano 118 esondazioni dai primi anni settanta ad oggi. Mediamente il Seveso dà problemi un paio di volte l’anno ma frequenza e intensità delle esondazioni stanno aumentando con l’aumentare dei fenomeni estremi.

CEMENTIFICAZIONE e interramento sono i mali storici, causati dall’uomo, del fiume Seveso. Quando le acque delle piogge saturano le fogne non trovano più spazio per scorrere, vanno in pressione e risalgono in strada. Ieri tra i bistrot e i negozi dell’Isola si sentiva anche una discreta puzza di fogna. Per limitare le esondazioni servirebbero diverse cose tutte insieme: una corretta pulizia dei tombini e dei bocchettoni di scolo, una corretta manutenzioni dei chiusini e, secondo i piani di Comune di Milano e Regione Lombardia, le vasche di contenimento per assorbire le piene.

Legambiente
Bisogna smettere di impermeabilizzare il suolo e restituire ai torrenti un alveo degno di questo nome, rimuovendo le arginature rigide

Su quest’ultimo punto anche ieri è andata in scena la solita rissa tra giunta Sala e giunta Fontana sulle cose fatte, non fatte, da fare. Milano sulle vasche di contenimento si è mossa meglio della Regione e la vasca di sua competenza, localizzata nel parco Nord, è in fase di collaudo. Nella seconda metà di novembre verranno fatti i primi test di riempimento e svuotamento. Le vasche di competenza regionale sono in ritardo e contestate dai comuni brianzoli che dovrebbero ospitarle. Comune e Regione dicono che una volta completato il sistema di vasche eviterà le esondazioni del Seveso a Milano. Secondo gli ambientalisti però le vasche non saranno risolutive.

LEGAMBIENTE ha scritto ieri in una nota che le vasche non avrebbero risolto il problema. «Non bastano le opere ingegneristiche: se non si invertirà l’aggressione al territorio e ai corsi d’acqua anche le vasche più grandi tra quelle previste sono destinate a diventare obsolete nell’arco di pochi lustri» dice l’associazione. «Bisogna smettere di impermeabilizzare il suolo e restituire ai torrenti un alveo degno di questo nome, rimuovendo arginature rigide e ripristinando la valle del Seveso ovunque possibile, perfino all’interno della città di Milano. Non è un’opera che si fa dall’oggi al domani, ma bisogna iniziare ad esempio a partire dalla creazione di un parco fluviale del Seveso per mettere in sicurezza le poche aree libere. Basta con il rimpallo di responsabilità».

L’ASSESSORE milanese Granelli ha attaccato la giunta Fontana sulle vasche di contenimento: «Quella di Milano è in collaudo, quelle di Regione Lombardia sono indietro». Il sindaco di Milano Beppe Sala ha lanciato una frecciata alla Regione anche sull’allerta meteo: «Segnalo che ieri sera era stata diramata dalla Protezione Civile regionale un’allerta gialla, quindi in teoria non preoccupante. Non è certo un’accusa, ma la constatazione di quanta imprevedibilità ci sia nelle condizioni metereologiche». La replica di Attilio Fontana è stata sulla pulizia dei tombini: «Dal Comune di Milano sono arrivati attacchi sgangherati. Basta vedere l’acqua che stagna nelle vie, significa che i tombini non ricevono. Non bisogna essere dei fenomeni per capirlo».

A chi stava in strada con i piedi inzuppati nell’acqua di fogna delle scaramucce politiche non interessa nulla.