Milano soffoca sempre di più. Le automobili fanno danni quando sono parcheggiate – regolarmente o in sosta vietata – figuriamoci quando camminano smuovendo lo smog e le polveri sottili.

La settimana scorsa l’unità di epidemiologia dell’Ats di Milano ha presentato a Palazzo Marino una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica «Epidemiologia & Prevenzione»; si legge che in città più di 1600 decessi all’anno sono attribuibili solo «all’esposizione al particolato atmosferico (Pm2,5)». Quindi alle polveri sottili (attrito tra pneumatici e asfalto, freni e rimescolamento delle polveri).

La ricerca ha anche mappato i quartieri più trafficati o attraversati da grandi strade di scorrimento «scoprendo» che sono proprio quelli che registrano più decessi.

Sia ben chiaro, sotto accusa è il traffico generato da qualunque veicolo circolante, compresi quelli elettrici. Questi approfondimenti scientifici, se ancora ce ne fosse bisogno, dimostrano che bisogna agire localmente limitando il traffico e l’inquinamento di prossimità.

Un concetto che fa fatica a smuovere le «intelligenze» di Palazzo Marino che non ne vogliono sapere di prendere provvedimenti per ridurre il numero di automobili circolanti. Altre soluzioni non ce ne sono.