Tale è la preoccupazione di poca trasparenza e rischio di infiltrazioni mafiose nella realizzazione delle infrastrutture necessarie per lo svolgimento di Milano-Cortina 2026 che si è mobilitata anche l’associazione Libera di Don Ciotti. Open Olympics è una campagna di monitoraggio civico sulle opere delle olimpiadi invernali che oltre Libera coinvolge altre 20 associazioni tra cui realtà nazionali come Legambiente, Cipra Italia, Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra, Cai centrale e una pluralità di sigle rappresentanti le comunità territoriali e locali. Le stesse che dall’annuncio della realizzazione dei Giochi 2026 si mobilitano per tutelare le Alpi da interventi inutili, impattanti e sempre più costosi, con tutti i relativi rischi di speculazioni e di interventi della criminalità organizzata. In occasione del lancio della campagna sono stati presentati i dati di un primo computo eseguito «dal basso» che tra opere sportive, stradali, ferroviarie e linee elettriche raggiunge la cifra di 4.122.247 milioni di euro, che diventano 5 miliardi e 720 milioni tenendo conto delle spese di gestione.

NUMERI CHE PROPRIO PER LA DIFFICOLTA’ di reperimento dei dati, non pretendono di essere un resoconto puntuale e completo delle spese, bensì di fare da stimolo, oltre che da segnale di allarme, per una maggiore trasparenza e fruibilità sui progetti e i loro costi, trattandosi di una mole enorme di risorse economiche da una parte e di trasformazioni importanti dei territori dall’altra.

«DI TROPPE OPERE NON SAPPIAMO quando saranno pronte e quale utilizzo avranno anche nel futuro – si legge nell’appello – così come è difficile comprendere chi sono i responsabili di un progetto, spesso anche diviso in lotti, e come i commissariamenti condizionino le regole del gioco». Dal dettaglio delle spese individuate setacciando Dpcm, decreti regionali e provinciali, bilanci finanziari, portali pubblici e privati, emerge come le opere sportive incidano in maniera non rilevante ( 542.053.740 euro ) e che le Olimpiadi siano state l’occasione per inserire opere, collegamenti sciistici, stradali e ferroviarie per la notevole cifra di 3,5 miliardi, senza sottostare a Valutazioni ambientali o a Vas, evitate dai commissariamenti ai danni dell’ambiente e della trasparenza.

LA SIMICO, LA SOCIETA’ INFRASTRUTTURE Milano Cortina 2026, ha respinto le accuse di mancata trasparenza, ribadendo come il piano delle opere fosse stato definito da due decreti del presidente del Consiglio, e come il Dpcm del settembre 2023 riporti l’elenco completo di tutte le opere. Ma è proprio questo che viene contestato dalle associazioni.

«LA LETTURA DEI DPCM DEDICATI fornisce un quadro e un elenco delle opere che ruotano attorno alle Olimpiadi e Paralimpiadi, ma è incompleto e non aggiornato», si legge nell’appello. «Altri dati ancora li si ritrova poi nei portali di Anac (sui contratti) o di quello della Ragioneria generale dello Stato (Open Bdap), senza però che si riesca tracciare un filo rosso utile, che aiuti a capire dove inizia e dove finisce il flusso di dati».

IL TUTTO SI E’ TRADOTTO NELLA RICHIESTA concreta di un «Portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026», disponibile sulla piattaforma della Fondazione e/o della Simico S.p.A. e di Anas S.pA., che renda possibile comprendere, opera per opera, i passaggi e l’iter delle stesse e le spese relative all’organizzazione e promozione dei Giochi.

PROPRIO SUCCESSIVAMENTE alla presentazione della campagna, Simico ha deciso di divulgare on-line il piano delle opere: da pochissimo sono infatti disponibili sulla pagina web della società due link con le schede degli interventi, sportivi e di legacy infrastrutturale, connessi ai Giochi 2026 e un secondo link con il piano complessivo delle opere, che riporta un volume economico di 3.604.551.584 euro per 111 opere, gli stessi numeri indicati dai due Dpcm il 26.09.2022 Draghi, poi abrogato dal Dpcm 08.09.2023 Meloni.

SONO CIFRE INFERIORI QUINDI a quelle rilevate dal monitoraggio civico. Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness, si è occupato personalmente di «fare i conti» e spiega la discrepanza con il fatto che rispetto alle opere sono inseriti solo gli interventi del Veneto di competenza di Simico e non quelli di Anas e che i costi complessivi non computano finanziamenti deliberati da Regione Lombardia e Provincie autonome specificatamente per le Olimpiadi. Il diverso numero di opere (79 vs 111) è perché le associazioni hanno riunito i diversi lotti in un’unica opera.

PER QUANTO RIGUARDA LE SPESE di gestione, invece, nel dossier di candidatura le spese previste per la sola gestione delle Olimpiadi di febbraio 2026 e paraolimpiadi che si svolgeranno il mese successivo, ammontavano a 1, 350 miliardi di euro. Dal Comitato olimpico internazionale devono arrivare 500 milioni, altri 500 da sponsor, biglietti, lotterie e diritti televisivi. Regioni Lombardia e Veneto, province autonome di Bolzano e Trento mettono altri 350 milioni di euro. I miliardi sono diventati 1,6 dopo l’incontro avvenuto il 30 aprile 2024 tra Ministero dello Sport e delle Infrastrutture, Simico e Fondazione Milano-Cortina. I restanti 250 milioni li metterà il governo, quindi vuol dire che la sola gestione costa agli enti pubblici 600 milioni di euro.

«LA RECENTE DIVULGAZIONE DA PARTE di Simico si tratta di un passo in avanti, ottenuto grazie alla pressione esercitata dal basso e dai media, ma non siamo ancora soddisfatti» – commenta Luigi Casanova. «I dati sono ancora incompleti e le nostre richieste sono più specifiche: lo scorporo dei costi, l’eventuale presenza di subappalti, gli iter legislativi. Per contrastare il pericolo di corruzione e infiltrazioni, servono dati molto più dettagliati».