Con 700 trattori al presidio sulla via Nomentana, all’interno del Grande Raccordo Anulare di Roma, e altre centinaia in arrivo per sfilare nelle vie della capitale, una delegazione pronta a salire sul palco del Festival di Sanremo e il consenso di buona parte dell’opinione pubblica, il governo italiano prova a intestarsi il ritiro del regolamento europeo sui pesticidi. Fanno a gara la premier Giorgia Meloni e il segretario della Lega Matteo Salvini. «È una vittoria anche italiana», ha detto Meloni, annunciando che «proseguiremo in questa direzione», mentre Salvini ne ha approfittato per attaccare l’Europa e la sinistra. «I trattori stanno costringendo l’Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre», ha detto. La segretaria del Pd Elly Schlein le ha ricordato che la proposta sui pesticidi era già stata bocciata dal Parlamento europeo e ha annunciato un incontro con una delegazione del movimento dei trattori.

Anche il ministro dell’Agricoltura Fabrizio Lollobrigida ha provato a intestarsi il cambio di rotta europeo. «La Commissione europea recepisce le proposte dell’Italia, abbiamo contrastato dal primo giorno un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull’ambiente», ha detto. «È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella», ha proseguito. Lollobrigida già qualche giorno fa a Verona ha incontrato una delegazione del movimento Uniti si vince, guidata da Giorgio Bissoli, un ex leader dei Forconi, un movimento di agricoltori, allevatori, pescatori e trasportatori che dieci anni fa contestò le politiche di austerità del governo Monti.

Sarà difficile che le parole degli esponenti del governo riescano a fermare le proteste in corso, almeno fino alla manifestazione romana del prossimo fine settimana. Il movimento degli agricoltori, in gran parte spontaneo, chiede misure più concrete, come il taglio delle accise sul gasolio e dell’Irpef sui terreni agricoli, ed è in un momento di forte popolarità mediatica. Ha inviato a Sanremo una delegazione di Riscatto agricolo, un gruppo nato da appena un mese che ha già affiliato 15mila agricoltori e ha avvicinato una serie di altri comitati e movimenti locali, soprattutto del nord e del centro Italia. Sono partiti da Brescia, Bergamo e Melegnano con venti trattori e hanno deciso di far salire sul palco dell’Ariston una delegazione di tre o quattro persone, che dovrebbe intervenire giovedì, un’imprenditrice agricola di Mozzanica in provincia di Bergamo, che gestisce un’azienda di famiglia con un allevamento di quattrocentocinquanta mucche per la produzione di latte.

Il presentatore Amadeus ieri ha ribadito l’invito a partecipare, mostrando una certa empatia con il movimento. «Ho fatto l’istituto agrario, mi hanno detto vai a zappare la terra e ho zappato davvero nella mia vita, e so anche guidare il trattore», ha detto.

Intanto, le proteste proseguono a macchia di leopardo in tutta Italia. In Sicilia tra i manifestanti si è rivisto Mariano Ferro, un altro ex leader dei Forconi come Danilo Calvani, il coordinatore del Comitato agricoltori traditi, che si è visto sequestrare l’azienda agricola nel 2016. Gli «agricoltori traditi» contestano l’ala che vuole trattare con il governo. Hanno dato un «ultimatum» al governo Meloni, chiedendo entro cinque giorni le dimissioni del ministro Lollobrigida e l’uscita dai trattati europei sull’agricoltura. Gli agricoltori che stanno convergendo verso il presidio sulla Nomentana si sono dissociati dalle parole di Calvani, che sarebbe inviso anche agli agricoltori siciliani. «Siamo solo agricoltori, non sposiamo nessuna iniziativa politica, la nostra bandiera è quella italiana», dicono. Gli «agricoltori traditi» hanno dato indicazione ai loro affiliati di andare ai presidi di Albano, Capena, Cecchina, Fiano Romano e Palidoro, non a quello sulla Nomentana. A Roma marceranno insieme, dicono, «ma autonomi».