In attesa delle reazioni ufficiali del premier uscente Yair Lapid, è stato un altro Yair, il figlio dell’ex premier di destra Benyamin in lizza come possibile nuovo primo ministro nel voto del primo novembre, a salutare con entusiasmo il successo elettorale di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia. «Congratulazioni a Giorgia Meloni e al suo campo conservatore», ha scritto Yair Netanyahu. Il giovane Netanyahu – noto per i suoi attacchi al vetriolo alla sinistra israeliana – ha rappresentato anche la soddisfazione del padre per il risultato delle legislative italiane. Nei 12 anni (2009-2021) passati alla guida di Israele, Netanyahu ha avuto rapporti di amicizia stretta con capi di governo, ministri e parlamentari noti per le loro posizioni ultranazionaliste e razziste, come l’ungherese Orban.

I media e i commentatori israeliani hanno accolto senza preoccupazione il successo della leader di Fratelli d’Italia, partito che discende del Movimento sociale italiano a sua volta erede del Partito Fascista autore delle leggi razziali che colpirono la comunità ebraica italiana. Il The Times of Israel in articolo dal titolo «L’italiana Meloni si descrive come una forte sostenitrice di Israele, rifiuta il passato fascista», preferisce sottolineare che la futura premier italiana sarà una alleata convinta dello Stato ebraico. «Meloni – si legge – è sulla buona strada per diventare il primo leader di estrema destra del paese dai tempi di Mussolini nella seconda guerra mondiale, ha cercato a lungo di prendere le distante dal passato fascista del suo partito e ha detto che sarà una forte sostenitrice di Israele».

Anche il quotidiano progressista Haaretz non ha dato importanza all’ideologia su cui si fonda Fratelli d’Italia. Piuttosto ha analizzato le cause economiche e sociali che hanno favorito la vittoria della destra italiana. «Ancor più del trionfo di Meloni – spiega Haaretz – il crollo dell’affluenza riflette il malessere politico ed economico che ha spinto l’Italia nelle braccia dell’estrema destra e del populismo che ha abilmente attirato il voto di protesta con la retorica euroscettica e politiche anti-migranti».

Giorni fa, intervistata dal quotidiano Israel Hayom, Meloni si era vantata di avere relazioni con il partito Likud di Netanyahu. E ha annunciato il suo ritorno in Israele per avviare strategie congiunte, a cominciare da quelle per la fornitura di gas dal Mar Mediterraneo orientale. Allo stesso tempo, in controtendenza con Matteo Salvini, Meloni ha lasciato capire che non trasferirà, senza un accordo con l’Ue, l’ambasciata italiana da Tel Aviv a Gerusalemme. Alla Meloni sono arrivate anche critiche. Scavando nelle sue dichiarazioni passate sono riemersi gli elogi che aveva fatto nel 2018 all’Iran, a Hezbollah e alla Siria per aver protetto i cristiani dalle aggressioni dei jihadisti. Ed è tornato in superfice un tweet del 2014 in cui Meloni denunciava «un altro massacro di bambini a Gaza» durante l’offensiva israeliana Margine Protettivo.