Questa volta non ci sono stati né spari né feriti, come avvenuto il 6 maggio scorso all’Aliseo, il peschereccio di Mazara del Vallo preso d’assalto da un gommone della Guardia costiera libica. Non per questo, però, l’aggressione subita ieri mattina dal «Michele Giacalone» è meno grave. Il peschereccio, anch’esso mazarese, si trovava a est di Cipro a pesca di gamberi rossi quando è stato circondato da una decina di imbarcazioni turche che lo hanno preso di mira con una fitta sassaiola e una è riuscita perfino a speronarlo. E la stessa sorte sarebbe spettata anche a un altro peschereccio, il Sangiorgio I, se una fregata della Marina italiana, la Margottini, e una motovedetta della Guardia costiera turca non fossero intervenute costringendo gli aggressori ad allontanarsi.

Un episodio che ha ulteriormente alzato la tensione tra i pescatori di Mazara, vittime da mesi di violenze e sequestri da parte prima delle autorità libiche, e ora anche della Turchia. Una situazione che ha portato Coldiretti a definire il Mediterraneo un «Far West» che in dieci anni ha provocato il dimezzamento della flotta di mazarese. «Vorrei sapere dal governo dove possiamo andare a pescare senza rischiare la vita», ha chiesto Luciano Giacalone, armatore dell’imbarcazione finita nel mirino dei barche turche. «Il mio peschereccio insieme a un altro mazarese, il Sangiorgio I, si trovava in acque internazionali davanti alla Siria quando è stato attaccato dai turchi. Ci hanno detto che non dovevamo più pescare lì».

Sebbene non ci sia nulla che possa dimostrarlo, si potrebbe ipotizzare una possibile regia turca dietro gli episodi che hanno avuto come protagonisti i pescherecci italiani. La Turchia addestra e praticamente comanda da mesi la cosiddetta Guardia costiera libica che difficilmente prenderebbe iniziative senza avere prima il via libera da Ankara. E quanto avvenuto ieri a est di Cipro si potrebbe leggere come un ulteriore prova di forza della Turchia in quell’area del Mediterraneo. «Se non interviene al più presto l’Unione europea per risolvere il problema della pesca nel Mediterraneo prima o poi ci scappa il morto»,ha proseguito Giacalone che accusa il governo italiano di aver abbandonato i pescatori mazaresi. E a Bruxelles ha fatto appello anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando chiedendo all’Europa di intervenire nel Mediterraneo: «Quando crei un clima di tempesta – ha commentato – ognuno organizza la propria parte, se parte il messaggio che è consentito fare tutto contro i pescherecci italiani è chiaro che ciascuno tra la propria pietra».

Intanto ieri è arrivata la ricostruzione fatta dai libici sull’aggressione al motopeschereccio Aliseo. Secondo il portavoce della Marina libica, il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, sarebbero stati i pescherecci italiani presenti nella zona a cercare di speronare la motovedetta della Guardia costiera libica.