«Era il 7 gennaio 1797 quando i rappresentanti di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia innalzarono il primo Tricolore. Sotto questi colori, con questi sentimenti, i nostri avi, nei decenni successivi, si batterono per realizzare l’unità d’Italia. Il tricolore accompagnò la guerra di liberazione e, scelto dai Costituenti come vessillo della Repubblica, costituisce il simbolo della unità e indivisibilità del Paese e di quel patrimonio di valori e principi comuni solennemente sanciti dalla nostra Carta costituzionale». È il messaggio del capo dello Stato, Sergio Mattarella in occasione del 226esimo anniversario della Giornata nazionale della bandiera. Valori e principi, ha detto il presidente, che «rappresentano la risorsa ideale e morale a cui attingere per affrontare le difficoltà che ogni nazione si trova ad attraversare».

Un messaggio, quello sulla indivisibilità del paese, rivolto anche al governo che entro gennaio dovrebbe varare il progetto di autonomia differenziata del leghista Calderoli. Secondo il ministro la sua legge servirà a «dare a tutti i cittadini italiani gli stessi diritti».

Nella proposta di 11 articoli, attaccano le opposizioni, mancano sia un adeguato ruolo delle Camere sia il fondo di perequazione per evitare Regioni (del Nord) di serie A e altre, con minori capacità di spesa (al Sud) di serie B.

La premier Meloni celebra il tricolore citando un quadro del 1920 di Cafiero Filippelli con una donna intenta a rammendare un tricolore: «Una metafora del nostro impegno quotidiano per ricucire ciò che è strappato e riannodare i fili del nostro stare insieme».